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Agrinsieme, è Erika Sartori la nuova coordinatrice

Agrinsieme, è Erika Sartori la nuova coordinatrice

REGGIO MILIA. Per la prima volta è affidato a una donna il ruolo di coordinatore di Agrinsieme di Reggio Emilia, lo strumento che dà voce comune a Confagricoltura, Cia, Copagri, Agci, Confcooperative...

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REGGIO MILIA. Per la prima volta è affidato a una donna il ruolo di coordinatore di Agrinsieme di Reggio Emilia, lo strumento che dà voce comune a Confagricoltura, Cia, Copagri, Agci, Confcooperative e Legacoop. Si tratta di Erika Sartori, 45 anni, presidente del settore agricolo e agroalimentare di Confcooperative, imprenditrice agricola e componente i consigli di amministrazione della Cantina sociale di Puianello e della Latteria sociale di Roncadella. Erika Sartori succede nell'incarico ad Antenore Cervi (presidente della Confederazione Italiana Coltivatori) e a Lorenzo Melioli (allora presidente di Confagricoltura), primo portavoce di Agrinsieme.

Studi in giurisprudenza, sposata, una figlia, componente il consiglio provinciale di Confagricoltura e il Consiglio di presidenza di Confcooperative, Erika Sartori venne eletta poco più di un anno fa alla presidenza del settore agricolo della centrale cooperativa, cui fanno capo 81 imprese agroalimentari con oltre 4.900 soci, quasi 900 dipendenti e un fatturato di 750 milioni di euro.

«Con Agrinsieme – sottolinea la neo-coordinatrice – abbiamo dato più autorevolezza alle istanze della stragrande maggioranza del mondo agricolo, lavorando su strategie comuni per lo sviluppo dei redditi, gli investimenti in innovazione, la tutela delle denominazioni». «Il sistema imprenditoriale rappresentato da Agrinsieme – prosegue Erika Sartori – genera oltre l’85% dell’occupazione agricola della nostra provincia, trasforma il 95% delle uve e oltre l’80% del latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano; in queste rilevanti cifre si ritrova il valore della responsabilità che intendiamo continuare ad esercitare, rafforzando ulteriormente quella coesione tra associazioni ha consentito al settore primario di superare una frammentazione della rappresentanza che per troppo tempo ha indebolito la voce delle imprese agricole e agroalimentari».