Il notaio Manzini a processo per due contratti societari
La professionista rinviata a giudizio dopo le accuse di falsità ideologica relative a documenti autentici ma per i quali viene contestato un accertamento
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REGGIO EMILIA. Andrà a processo dopo l’accusa di falso ideologico il notaio reggiano Giorgia Manzini, 46 anni. Un rinvio a giudizio emesso dal giudice Giovanni Ghini dopo le indagini affidate al sostituto procuratore Giulia Stignani. Al centro del fascicolo c’erano addebiti che si riferiscono a due episodi risalenti nel tempo e riguarderebbero la stipula di contratti societari da parte di persone cinesi; nell'atto ufficiale, il notaio avrebbe dichiarato di aver accertato una circostanza, accertamento che invece risulterebbe non veritiero. Una discrepanza riportata davanti al gip, che ha deciso per il rinvio a giudizio, sul quale l’avvocato modenese Giulio Garuti, difensore di Manzini, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in merito.
Il notaio Manzini, figura nota in città, candidata al Parlamento nel 2013 per il Centro Democratico di Bruno Tabacci, aveva già presentato una memoria difensiva. Protagonista della vita politica, professionale e sociale a Reggio, non ha mai commentato a sua volta la vicenda che la vede coinvolta.
La falsità ideologica ipotizzata in fase di indagine si realizza quando l'atto è autentico dal punto di vista formale, ma il suo contenuto è infedele alla realtà. Il nodo principale su cui verte l’accusa al notaio, che in quanto pubblico ufficiale è tenuto a una funzione di controllo preventivo di legalità. Manzini era stata ascoltata dall'autorità giudiziaria nel maggio scorso e aveva depositato un promemoria difensivo. Ritenendo che sussistano i presupposti, il sostituto procuratore Giulia Stignani aveva richiesto il rinvio a giudizio della professionista. (e.l.t.)
Il notaio Manzini, figura nota in città, candidata al Parlamento nel 2013 per il Centro Democratico di Bruno Tabacci, aveva già presentato una memoria difensiva. Protagonista della vita politica, professionale e sociale a Reggio, non ha mai commentato a sua volta la vicenda che la vede coinvolta.
La falsità ideologica ipotizzata in fase di indagine si realizza quando l'atto è autentico dal punto di vista formale, ma il suo contenuto è infedele alla realtà. Il nodo principale su cui verte l’accusa al notaio, che in quanto pubblico ufficiale è tenuto a una funzione di controllo preventivo di legalità. Manzini era stata ascoltata dall'autorità giudiziaria nel maggio scorso e aveva depositato un promemoria difensivo. Ritenendo che sussistano i presupposti, il sostituto procuratore Giulia Stignani aveva richiesto il rinvio a giudizio della professionista. (e.l.t.)