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Il sindaco di Reggiolo: ''Facciamo l’autostrada o si blocca tutto''

di Andrea Melosi
Il sindaco di Reggiolo: ''Facciamo l’autostrada o si blocca tutto''

Angeli difende il progetto per la nuova Cispadana: «L’opera sarà anche strategica per l’imprenditoria locale»

01 maggio 2017
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REGGIOLO. Come un paletto tra i raggi delle ruote di una bici, un ordine del giorno appena approvato dal consiglio comunale di Finale Emilia (Mo) rischia di bloccare il faticoso iter per la realizzazione del tratto di autostrada regionale Cispadana dall’Autobrennero all’altezza di Reggiolo in direzione di Ferrara. La giunta Palazzi, infatti, dice no al progetto autostrada a favore della costruzione di una meno impattante superstrada. Ma la posizione del sindaco di Finale non sembra trovare alleati tra gli altri amministratori locali coinvolti. E tra questi c’è Roberto Angeli, sindaco di Reggiolo.

Sindaco Angeli, come giudica l'odg votato dal consiglio comunale di Finale a favore di una superstrada al posto dell'autostrada?
«La procedura per quest’opera è aperta già da alcuni anni, dal 2008-2009 col coinvolgimento di tutti gli enti compententi a cominciare dal Ministero e dalla Regione. Per non parlare del suo iter che ormai è vecchio di decenni. Si tratta di una strada davvero strategica perchè mette in relazione l'A22 con il mare Adriatico, bypassando l'innesto della A22 con l'A1. Quindi, venendo alla domanda, rispondo che andare oggi a cambiare una decisione già presa e ormai consolidata mi sembra davvero una cosa assurda e fuori luogo, perchè si rischia realmente di bloccare l’avvio di un’opera sollecitata da tutti gli enti del territorio».

Ma, meglio l'autostrada o la superstrada?
«Non è una valutazione tecnica che spetta a me come amministratore comunale. Ma posso dire che come Comune di Reggiolo vogliamo arrivare al più presto a vedere quest'opera, che darà anche risposte alle aspettative e alle necessità della nostra imprenditoria».

Quindi per lei non è tanto un problema rispetto a cosa costruire o meno.
«Esatto, il problema è farla, ma cambiare oggi un progetto che è già in valutazione di impatto ambientale, rischia di rallentare tutto».

E quindi?
«E quindi è meglio andare avanti con il progetto già valutato da tutti gli enti competenti, dal ministero ai Comuni coinvolti che si sono già espressi con valutazioni a favore oppure no, in base alle diverse realtà territoriali ed amministrative. Ripeto, oggi io non vedo un'altra alternativa a quel progetto, al progetto per l'autostrada regionale. E' la via più veloce per arrivare a quello che ho detto prima: la realizzazione della nuova arteria. Prendere in considerazione altre soluzioni, come una tangenziale o superstrada, vuol dire rischiare di bloccare tutto e rinviare la soluzione a chissà quando. Perchè, e bisogna sottolinearlo, cambiare tutto per fare un'altra cosa vuol dire anche poi cercare il soggetto disposto a fare questa nuova opera. Una ricerca che penso tutt’altro che facile».

Comunque la Cispadana, questa “scorciatoia” dall'Autobrennero per il mare, pensata soprattutto per il traffico pesante, non rischia di avere un forte impatto sui territori che andrà ad attraversare?
«Le faccio un esempio: oggi nel centro della frazione di Villanova, il paese vicino all'attuale casello dell’A22, ci passa tutto il traffico pesante che proviene o va in direzione della Bassa modenese. Domani che ci sarà la bretella Reggiolo - Ferrara, la Cispadana, tutto il traffico della Bassa modenese entrerà in autostrada dai caselli che ci saranno nella Bassa modenese. Conseguenza: in camion in attraversamento a Villanova saranno molti meno e uguali benefici ci saranno anche per la frazione di Brugneto. Ma non solo, la nuova arteria farà di sicuro da “attrazione” per nuove attività imprenditoriali a Reggiolo. Quindi nuove occasioni di lavoro, un obiettivo basilare per qualsiasi amministratore locale».

Ma che tempi prevede per l'apertura dei cantieri?
«Non lo so, ma è indubbio che su opere del genere pesa la situazione politica nazionale. Se manca una stabilità governativa questo non faciliterà la costruzione della Cispadana».