Reggio Emilia, per i reggiani piazza della Vittoria è una vittoria a metà
Tante le persone a passeggio nella piazza tra i due teatri appena riaperta. Per alcuni c’è troppo grigio, altri vorrebbero alberi e parcheggi interrati pubblici.
REGGIO EMILIA. Un luogo dedicato alla cittadinanza, restituito rinnovato e abbellito a Reggio Emilia. Così il sindaco Luca Vecchi e il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio hanno descritto piazza della Vittoria, finalmente completata dopo oltre quattro anni di cantieri.
Ma i reggiani cosa ne pensano? Apprezzano veramente questa nuova opera? Siamo andati a chiederglielo e, stando alle persone che abbiamo intervistato, il sentimento più comune è la delusione. Più spazi verdi, una sezione del parcheggio interrato aperta al pubblico, troppo bianco o poche panchine.
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Questi i commenti di chi, ieri mattina, passeggiava per la piazza dopo più di 1.500 giorni. E la paura più grande è che alla fine di tutti questi lavori invece di un luogo di ritrovo si sia consegnato alla città uno spazio destinato a restare vuoto e non sfruttato.
«C’è un film – spiega Gianluigi Pascarella, che a Reggio fa l’insegnante – in cui una donna entra in un locale e chiede dove si trova il centro della città. Le viene indicato un centro commerciale. Per noi europei, invece, da sempre sono le piazze a svolgere questo ruolo di aggregazione. E io quindi mi chiedo, cosa c’entra con tutto ciò questa desolazione da piazza Tienanmen? Dove sono finiti gli alberi che c’erano prima? Valeva la pena procurare disagio alla popolazione reggiana per quattro anni per ottenere questo risultato? Secondo me no. Si poteva benissimo fare a meno di un parcheggio privato nel centro storico, perché a questo punto non facciamo direttamente delle passerelle che conducono dai box dentro al Duomo?».
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Continuando il nostro giro abbiamo fermato una coppia con un figlio piccolo nel passeggino. Loro più di tutti dovrebbero essere felici di avere un nuovo posto dove poter passeggiare. E invece no. «La troviamo un po’ spoglia – racconta Federica Lafronza, da oltre 14 anni residente a Reggio Emilia – con tutto il verde che c’è attorno avrebbero potuto mettere delle piante o delle aiuole. È vero, un fatto positivo è che non ci sono più le macchine ma è troppo moderna, meglio le piazze che ci sono in periferia».
In qualcuno, la piazza della Vittoria fa sorgere reminiscenze da Guerra Fredda: «Fa schifo – commenta tranchant Enrico Degl’Incerti Tocci – sembra una costruzione sovietica, piena di cemento, fa risaltare quell’obbrobrio di fontana in piazza Martiri del 7 Luglio».
A passeggiare con lui anche Sergio Rabitti, noto pittore reggiano, che invece ha messo in dubbio l’utilità dei box sotterranei: «La piazza può piacere o non piacere, è un fatto di gusti: ma a cosa serve un parcheggio privato? Almeno un piano sarebbe dovuto restare pubblico, si lascia la macchina e si va a fare la spesa».
Dello stesso avviso anche l’avvocato Francesco Tazzari, a passeggio con suo figlio. «Una zona pubblica – commenta – avrebbe garantito maggiore affluenza, soprattutto adesso in periodo natalizio. Così adesso sembra nuda, è troppo spoglia. Mi aspettavo qualcosa di meglio».
A qualcuno però il nuovo volto della piazza piace. Anche se non del tutto. «A noi piace – spiega Paola Peterlini mentre cammina con la sua famiglia – cerchiamo di apprezzare quello che fanno a Reggio, amiamo questa città. Ora senza gli alberi possiamo vedere il palazzo, anche se certo non è un granché. Ci chiediamo se la animeranno o metteranno delle distese, allo stato attuale c’è il rischio che resti vuota».
E fra quelli che potrebbero renderla più vivace ci sono i commercianti dell’isolato San Rocco, finalmente liberi dalle impalcature dopo anni di lavori. «Era ora che venisse aperta – afferma soddisfatto Carlo Cattani, titolare del Cin Cin Bar che si affaccia direttamente sulla piazza – è da anni che vivevamo una vera agonia a causa del cantiere: non so come abbiamo fatto a sopportare. Si poteva benissimo fare la piazza senza fare il buco. Ora aspettiamo il permesso per le distese, speriamo si possa finalmente ricominciare».