Gazzetta di Reggio

CASTELNOVO MONTI. È stato riconfermato per altri due anni alla presidenza dell’Unione montana dei Comuni dell’Appennino reggiano, il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, che ha detenuto la carica negli ultimi due anni. La conferma è arrivata da un consiglio convocato piuttosto urgentemente, in quanto da verifiche effettuate nei giorni scorsi al contrario di quanto era convinto l’ente con sede in via dei Partigiani a Castelnovo, la scadenza del mandato non era prevista a ne mese di novembre, ma al 31 ottobre 2016.

La scelta di continuità è stata presa soprattutto nell’ottica del Progetto Aree Interne, per il quale l’Appennino reggiano è stata individuata nei mesi scorsi come prima della Regione Emilia Romagna. Un importante programma attivato a livello nazionale, che Bini ha seguito in prima persona nel suo mandato da presidente, per arrivare alla scelta del territorio appenninico e poi per i passi successivi a quanto decretato dalla Regione.

Bini è stato rieletto a maggioranza con il voto dei consiglieri con la sola astensione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle mercoledì sera, dopo che nei giorni scorsi si erano espressi per la sua riconferma tutti i sindaci dell’Unione. «La priorità - afferma Bini - è di proseguire con le azioni concrete del Programma Aree Interne, che mette a disposizione fondi consistenti per un’ampia gamma di progetti da applicare sul territorio. Una progettualità che in questi mesi è stata attentamente definita e che sta già concretizzando azioni molto importanti, ad esempio sulla connessione con la banda ultra larga del territorio appenninico». La riconferma di Bini è stata accolta senza alcuna contrarietà, anzi proposta dal sindaco di Carpineti e vice presidente dell’Unione Tiziano Borghi.

Sul rinnovo della carica interviene con una nota anche il gruppo casinese di centrosinistra “Per Casina”: «Abbiamo dichiarato subito il nostro voto favorevole alla ricandidatura, se di fatto i sindaci non sono stati in grado di trovare un’alternativa nel rispetto di quanto fu detto in fase di costituzione dell’Unione, ovvero che il mandato presidenziale veniva determinato nella durata di anni due per permettere un frequente avvicendamento». «Ci spiace - aggiungono - aver perso l’occasione, per noi importante, di stilare un bilancio dell’attività dell’Unione in questi anni e di mettere in campo le nostre forze per programmare la nuova consigliatura che oggi ci viene esposta dal presidente e che ci pare di buon auspicio, ma che ora non siamo in grado di valutare, non avendo avuto il tempo materiale per elaborarla con attenzione. Ci auguriamo che il prossimo mandato sia caratterizzato anche da un maggior coinvolgimento dei membri».