Gazzetta di Reggio

Reggio

Due ex dipendenti di Mariella Burani aprono un atelier

di Cristina Fabbri
Due ex dipendenti di Mariella Burani aprono un atelier

Cavriago: dopo anni trascorsi nella casa di moda, una product manager e una stilista realizzano il loro sogno

18 ottobre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





CAVRIAGO. Della serie quando si chiude una porta e si apre un portone. La storia di Martina Adriana Rossi e di Elisa Di Benedetto è quella di due donne che si sono rimboccate le maniche e che si sono rimesse in gioco, con un progetto tutto loro, dopo il crac dell'azienda Mariella Burani dove hanno lavorato per lungo tempo.

Per 30 anni Martina è stata product manager mentre Elisa è stata stilista interna. «La chiusura dell'azienda è stata un grosso dispiacere - affermano - Dalla Burani si stava molto bene, era un bell’ambiente e purtroppo le cose sono andate come tutti sappiamo. Ma quei trent’anni di lavoro e professionalità non potevano andare a finire in niente. Siamo sempre state grintose, indipendenti, così abbiamo deciso di non mollare».

[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:site:1.14270935:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.14270935:1649489591/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Martina Adriana Rossi ha continuato per un po’ a fare consulenze private a casa. «Prima un cliente e poi un altro, poi col passa parola ho visto che qualcosa si muoveva. La gente continuava a cercarmi» racconta. Elisa Di Benedetto ha preso inizialmente un periodo sabbatico finché ha capito che voleva continuare a occuparsi di moda. In tutto questo tempo si sono tenute in contatto e un bel giorno si sono dette: «Perché non facciamo qualcosa di nostro? Perché non ci proviamo?».

Così è stato: hanno deciso di dare vita a “Sottopunto”, una vera e propria sartoria moderna dove le due professionalità si incontrano e diventano un’unica forza. Ha sede a Cavriago, in via Generale Reverberi 6, in un edificio recentemente ristrutturato: al piano terra c’è lo studio di architettura Archetipo del marito di Martina e al primo piano c’è l'atelier di moda. Ecco che a catturare lo sguardo di chi entra ci pensano le immagini di case stupende, i quadri di Alfonso Borghi, poi salendo le scale le foto in bianco e nero di dive di Hollywood di ieri e di oggi. I bozzetti di gonne, pantaloni, le immagini di giornali, i carrelli pieni di tessuti preziosi, gli abiti da sposa o per gli eventi speciali già pronti per le clienti che li hanno ordinati. Su altri carrelli diversi modelli con dettagli plissettati, di pizzo, a fantasia, cappotti essenziali con fodera e revers a fiori.

Insomma, Martina ed Elisa in un momento in cui assistiamo a un vero e proprio boom di catene low cost, hanno puntato invece sulla sartoria di una volta, però aggiornata e modernizzata. «Seguiamo il total look: partiamo dall'idea che ha in mente la cliente, cerchiamo di tradurla in disegno, scegliamo insieme i tessuti e consigliamo anche in fatto di accessori da abbinare».

Così capita che una cliente in vacanza scatti una foto a tre paia di scarpe differenti per chiedere quale stia meglio con il pantalone che indossa. «Si crea un rapporto più stretto, di fiducia - concludono - poi negli ultimi anni c'è un ritorno all'abito fatto su misura, anche tra le ragazze, al pezzo unico in un bel tessuto». Senza contare che è tutto a chilometri zero. «Puntiamo sul made in Emilia: ci avvaliamo di sarte, fornitori e di magliaie della zona». I prezzi e le proposte sono vari, per tutti i gusti e per tutte le tasche. Oltre alla sartoria lavorano anche per boutique italiane e straniere per le quali producono edizioni limitate con i loro modelli e tessuti. “ Sottopunto” è una bella storia che parla di donne grintose che non hanno voluto chiudere i loro sogni in un cassetto.