Rito pastafariano per la coppia dopo le nozze in terra reggiana
CAVRIAGO. Nozze leniniste e festa pastafariana. Il viaggio nuziale di Debora e Marcello continua senza mai rischiare di cadere nel già sentito. Dopo essersi sposati nell’idealizzata Cavriago, ora...
CAVRIAGO. Nozze leniniste e festa pastafariana. Il viaggio nuziale di Debora e Marcello continua senza mai rischiare di cadere nel già sentito. Dopo essersi sposati nell’idealizzata Cavriago, ora devono concedere ai parenti e agli amici una festa, in programma sabato in un agriturismo appena fuori Roma.
Ci sarà una nuova cerimonia nuziale, celebrata col rito pastafariano. Nessun errore di battitura, è il culto degli adoratori di spaghetti nata dieci anni fa come ironica protesta alle richieste di insegnamenti creazionisti in alcune scuole americane. A metà fra la parodia e il vero culto di un creatore raffigurato con un mucchio di spaghetti con le polpette, fondato dallo statunitense Bobby Henderson, raccoglie tante simpatiche usanze e deve il suo nome all’unione di “pasta” e di “rastafarianesimo”, il culto sincretico diffuso principalmente in Giamaica. I fedeli devono portare in testa, nelle loro cerimonie, degli scolapasta rovesciati, messi come cappelli a ricordare il loro dio spaghetto.
Un modo ironico per confrontarsi con i paletti rigidi delle religioni? Forse. A ogni modo, il pastafarianesimo ha due nuovi adepti, Debora e Marcello. «La festa con i parenti la faremo in stile pastafariano, tutti i presenti dovranno indossare lo scolapasta in testa, l’idea è venuta a Debora, lei ha avuto un’esplosione di creatività per questo matrimonio», racconta lo sposo. Tanto che la stessa Debora è l’ideatrice del rito. Il pastafarianesimo è una religione molto sui generis, e non prevede abitualmente sposalizi: «Non esiste un rito con delle procedure precise, e quindi lo abbiamo ideato noi. Siamo sicuramente i primi sposi pastafari in Italian, e abbiamo rischiato di essere i primi al mondo». Dopo Lenin, anche lo spaghetto volante è dalla loro parte. (adr.ar.)