Gazzetta di Reggio

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'Ndrangheta, parla Antonio Rizzo: «Che ne sapevo io chi erano quelli?»

di Paolo Cagnan
'Ndrangheta, parla Antonio Rizzo: «Che ne sapevo io chi erano quelli?»

L’imprenditore dopo la nostra inchiesta: "Non ho la sfera di cristallo, possono anche essersi infiltrati. Mai pagato il pizzo, se me lo avessero chiesto li avrei denunciati"

29 gennaio 2016
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REGGIO EMILIA. Antonio Rizzo detto ’ntoni il bello ha letto la Gazzetta. Ha visto la sua faccia sparata a tutta pagina vicino a quel titolo di prima pagina: «Aier, la faccia pulita della cosca». Così, chiama in redazione. Gentile e pacato. Per dire che lui, con quella gente lì, non ha niente a che spartire. O meglio: ci ha avuto a che fare, sì, ma cosa ne poteva sapere? 

In realtà, telefona per un altro motivo. Perché quel Rizzo Antonio cui si faceva riferimento a proposito del rogo di via Spartaco e delle vicende collegate (l’inchiesta per truffa, il pignoramento, l’asta) non è lui, ma un suo omonimo. Uno dei tanti, «perché i nomi di giù sono tutti uguali, c'è poco da fare. Di Rizzo Antonio può darsi che ne trova cinquanta, di Cutro. E' che purtroppo una volta i nomi si davano tutti uguali, non so com'è. Io questa storia non l'ho ancora capita». Ha ragione. «E’ stato un errore nostro. Rettificheremo».

Parliamo per quasi mezz’ora. Della ’ndrangheta, dell’Aier, del sacco di Reggio. Rizzo è persona schietta, e dice molte cose interessanti. Eccone alcune, tratte dal nostro dialogo telefonico.

A parte gli omonimi, Rizzo?

Beh, l'altra parte lei l'ha un po' ricamata, però potevate farlo meglio, detto tra di noi. Nel senso che se io faccio un'associazione e dopo cinque anni mi arrestano, uno io che cavolo ne so chi è questo? Posso mica avere la sfera di cristallo e sapere cosa vanno a fare le persone dopo cinque anni. Come la vicenda del sindaco, giustamente: ha comprato una casa, se dopo tre anni l'arrestano (il costruttore, ndr) che c'entra lui? Poi, se vuole, ci può ricamare sopra, però…

Quando lei ha costituito l'Aier non sapeva che Gualtieri e Palermo fossero “intimi” della cosca Grande Aracri?

Assolutamente no. Era tutta gente che lavorava, disperati. Si cercava di risolvere i problemi. Poi, se negli anni la gente si va a rovinare, sono affari suoi.

Disperati? Ma questi hanno un mucchio soldi...

Ma no, quale mucchio di soldi? Erano tutti indebitati con le aziende, questi.

In un blog si racconta di un Gualtieri che incontra Delrio, piange merenda per la crisi edilizia e poi se ne va sgommando al volante della sua Lamborghini. Per dire...

Questa non me la ricordo adesso, ne abbiamo fatti tanti di incontri. Guardi, poi capisco che è stata sbagliata, ma l’associazione è nata proprio per risolvere i problemi della crisi edilizia, ma non con il Comune. Non volevamo dare le case al sindaco. Siccome c'era il progetto di costruire delle case popolari, abbiamo detto: non rovinate altri ancora, abbiamo tutto l'invenduto. Fate delle aste pubbliche a prezzo di costo, quegli appartamenti sono già pronti.

Non volevate vendere le case al Comune? Quello era il vostro interlocutore unico...

Ma poi devono avere fatto una proposta in Regione.

Sì, ci sono stati i bandi

Eh sì, compravano case già fatte.

Ma perché adesso mi dice che è stata un'operazione sbagliata, quella dell’Aier?

Col senno di poi, dico. E’ normale che uno cerca di risolvere un problema. C'erano tante aziende che si erano bloccate con la crisi. Comprese le coop, non è che ce lo dobbiamo nascondere.

Ah, certo

Poi con questa storia dei meridionali e le solite cavolate che combinano... Non è che ci vanno di mezzo tutti. Però lei che mette la mia foto gigantesca di fianco a Grande Aracri…

Ma lei lo conosce?

No, non so neanche chi è. Cioè, so chi è, ma non ho mai avuto niente a che fare. La gente guarda la foto e dice: azz. Capisco la foto grande con Delrio...

Quella se l'è messa lei. Mi spiega la storia dell’inserzione a pagamento sul Sole 24 Ore a re giorni dal voto? 

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Loro erano in campagna elettorale. Il Sole 24 Ore mi ha regalato una pagina, perché facevo pubblicità per degli immobili: avevo delle case in Versilia. Mi hanno detto: guarda che hai la pagina gratis, mettici quello che vuoi. E allora si è pensato di fare quello, ma niente di che.

In quel testo si dà per acquisito l'accordo col Comune: non era esattamente così.

Noo. L'accordo, no. Si parlava, si era discusso, ma non è che avevamo chiuso l'accordo. Si poteva vedere se c'erano delle soluzioni da trovare, tutto lì. Ma non si è mica detto che l'accordo era firmato e scritto. Se ne era parlato.

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Tutti avevano case invendute. Tutti cercavano una via d’uscita dalla crisi. Come potevate pensare realisticamente che il Comune acquistasse solo le vostre?

No, assolutamente. Non parlavamo delle nostre. Noi parlavamo di tutto l'invenduto di Reggio Emilia. Abbiamo detto: se dovete creare degli alloggi, ma abbiamo dei palazzi vuoti in giro... Da Unieco, a Coopsette, a Cmr… Noi abbiamo fatto una proposta, ma non è che sapevamo se era fattibile o meno. Abbiamo detto: trovate una soluzione con un bando o qualcosa di simile, invece di andare a costruire 2-300 alloggi: sono già pronti, vi prendete quelli. Tanto è vero che io ero contrario al nuovo piano regolatore che stava mettendo su Ugo Ferrari. Ho detto: Ugo, non farlo, aspetta 3-4 anni, fai sbolognare un po' di roba in giro. Più carne al fuoco metti e più si brucia, è normale no?

Voi eravate contrari al nuovo piano regolatore perché avrebbe fatto un po’ di ordine, dopo la giungla urbanistica del passato, in cui tutti hanno costruito ovunque.

Sì, quello è vero. In vent'anni si è cancellata, Reggio Emilia. Ma bisogna anche cercare di risolverli, i problemi.

Perchè l’accordo è saltato?

Mah, non mi ricordo più, noi abbiamo chiesto di valutare queste proposte. Ci sono tanti appartamenti vuoti, piuttosto che costruire e rovinare ancora suolo. Non mi ricordo se hanno trovato una soluzione, perché noi dopo un paio di mesi abbiamo chiuso. Quando si è visto, l'andazzo, l'Aier si è chiusa.

Di fatto, era stata creata proprio per questo, per piazzare l’invenduto. E’ così?

Siamo durati un anno, direttore. Dopo un anno abbiamo visto tutti spappolati, tutte le aziende erano indebitate, tutte eh.. Non possiamo fare la guerra contro il muro, ognuno si «spoccia» le sue cose e basta.

Chi le ha detto che l'accordo non si sarebbe fatto, Delrio o Ferrari?

No, nessuno dei due. Non abbiamo più approfondito la cosa. Abbiamo avuto incontri su incontri, poi abbiamo lasciato perdere. Ognuno aveva i suoi problemi, eh. Non è che l'associazione fosse nata a scopo di lucro, ognuno nell'azienda aveva i suoi grattacapi, quindi ciascuno ha cercato di risolverli per i fatti suoi.

E tutti quei soci che dicevate di avere, due o trecento?

Sì sì, quelli erano veri. Ma dentro c’erano anche dei reggiani veri. Non è che l’Aier era nata con lo scopo… Poi sa, che si infiltra qualcuno che dopo qualche anno viene arrestato… E' mica colpa degli altri.

Va bene Rizzo, ma parlare di infiltrazioni mi sembra quantomeno singolare. Lei compare dappertutto, in pubblico, assieme a Gualtieri e Palermo. Eravate un terzetto. 

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Perché Palermo era il direttore, Gualtieri era il vice. Ma nessuno pensava una roba che… Che questi qua dopo un tot di anni venivano arrestati perché facevano altre cose.

Se li è scelti lei, i due, o vi siete per così dire trovati?

Ma noo. Eravamo all'Astoria, eravamo in tanti. Si organizzano le cose così, non è che fossimo un'associazione organizzata come quelli che c'erano già a Reggio. E' nata solo in 24 ore, senza sapere come la struttura reale doveva essere organizzata.

Ma lei ha mai dovuto pagarli, questi?

Assolutamente no.

Vede, tra le carte di Aemilia c'è un'intercettazione tra Gualtieri e Palermo in cui parlano del fatto che lei, con una delle sue società, dovrebbe dare qualcosa alla famiglia.

No, secondo me quando parlavano tra di loro, facevano anche i gradassi. Questi pensavano che la roba dell'Ifir (Ifir Holding srl, ndr) che era fallita potevano andarsela a comprare a trattativa privata. Per me è andata così la cosa, poi oh…

Se i due si lamentano del fatto che lei non paga il pizzo, lei diventa una vittima.

A me nessuno ha chiesto niente, mai. In trent'anni che sono a Reggio Emilia. Mai.

Ho capito.

Mai successo. Anche perché fosse successa una cosa così, la prima cosa che faccio è denunciare. Io sono qua dai 15 anni, immagini un po'. Sono cresciuto qua, mica giù. No, però su alcune cose avete ragione pienamente… Su ventimila calabresi è vero che duecento vanno arrestati, ma 19.800 sono persone perbene. C'è gente che come lei lavora e non sa come arrivare a fine mese, in questo periodo.

Se lei non sapeva chi fossero e cosa facessero realmente Gualtieri e Palermo, allora vuol dire che in qualche modo riconosce di essere stato funzionale a un disegno.

Noo, ma no. Neanche quello. Alla fine è stata una cosa così. Quest'associazione, due o trecento persone che eravamo, la sala piena, ma tutta gente a posto, nel senso che aveva problemi seri. Si era bloccato il mercato e quindi noi ci siamo chiesti cosa potevamo fare: proviamo a fare gruppo per risolvere i problemi. E' nata lì ed è morta lì, dopo un po' di tempo, perché si è capito che non ci si saltava fuori.

Lei non risulta coinvolto in Aemilia, siamo d'accordo?

Ah sì, io sono fuori da tutti questi giri qui.

Su un sito sono riportati i verbali tratti da un’inchiesta in cui risulta che le era stato chiesto un aiuto dalla cosca per alcune operazioni immobiliari in Calabria, legate anche al business delll'eolico.

No no, con queste cose qua non c'entro niente. Mai fatto queste cose. Mai investito in Calabria.

Non ha investimenti in Calabria?

No, assolutamente.

E adesso lavora ancora in edilizia?

Sì, certo. Non si lavora come prima. Si lavoricchia, adesso… Si ristruttura qualche appartamento, ma niente opere grosse. Anche perché, secondo me, per i prossimi vent'anni di costruito non se ne deve fare.

Addirittura vent’anni?

Con tutta sta roba invenduta, tutta sta roba del tribunale (si riferisce evidentemente ai fallimenti e alle aste, ndr)... Il futuro è nelle ristrutturazioni. Si tratta di recuperare quello che c'è. Uno che ha un appartamentino, lo ristruttura e lo vende: il futuro è quello, ormai. Anche perché io non so di preciso quanto sia l'invenduto, ma se si fa un giro in macchina per le periferie trova molti condomini chiusi.

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Ci sono state anche immobiliari e società che, nella logica del libero mercato, dovevao saltare per aria e invece sono rimaste lì in piedi, lo sa bene anche lei. Come ce lo spieghiamo, questo?

Io non so chi sono questi qua. Guardi però che ne sono saltati tanti. Ma tanti, eh… E' vero, uno che faceva l'immobiliare all'epoca d'oro ma poi si era indebitato, non ci poteva saltare fuori in questi periodi. Impossibile perché sai… il debito cresce, le case si svalutano del 50 per cento. Come fai a saltarci fuori? E' così…

Sono stati anni in cui è stato facile costruire. Per tutti, intendiamoci bene.

Per tutti, è vero. Costruire… Non facevi in tempo a mettere i cartelli, che già vendevi. Gli anni d'oro erano così.

Ci sono state imprese che, senza prima vendere nulla sulla carta, hanno tirato su interi palazzi che sono tuttora lì. Lei che è del settore lo sa bene, non puoi reggere. A meno che non si debba buttarci dentro dei soldi, far girare l'economia.

Ah beh, se uno tira su un palazzo e non vende niente, o è pieno di soldi, o le banche lo finanziano. Perché due sono le cose.

A dire il vero, c'è anche la terza: che ricicla…

... oppure i banditi che riciclano, è vero. Con tutte le costruzioni che si sono fatte un po' a cavolo qua intorno, Reggio Emilia è quella che sta soffrendo di più, lo vedo in giro per il Nord Italia.

Anche Parma non è messa bene, però.

No, sono tutti messi male però Reggio Emilia è quella che soffre di più. Perché qui erano tutti in quel settore. E poi con la crisi delle coop, tutte le piccole imprese che lavoravano in subappalto o in appalti per loro... alla fine sono tutte alla canna del gas. Un conto è se uno decide di andare a lavorare per una cooperativa: vado lì, lavoro, mi pagano, arrivo a fine mese. Ma ingessandosi pure loro, tutto il settore edile dei calabresi si è bloccato. In buona parte erano artigiani. Crisi seria, eh: stanno perdendo le case di proprietà. Purtroppo è così.

E di Delrio cosa mi dice?

(ride)

Era in campagna elettorale, gli ho dato una mano. Non lo nascondo, c'è una foto che gira… Mica gli ho fatto promesse, niente. Ci si conosce…

Una foto che gira? Scusi, l'ha pubblicata lei stesso, sul Sole 24 Ore. A proposito: c'era anche lei alla processione a Cutro nel 2009?

Perbacco. E' ogni sette anni, questa processione. Quindi i calabresi ci vanno. A quella prima non c'ero stato, all'ultima sì. Guardi che tutti i politici erano lì. Se la prendono con Delrio, ma c'erano tutti.

Senta, Rizzo: non si può dire che tutti i cutresi sono delinquenti, è ovvio...

Ci sono anche i delinquenti direttore, non dico di no, però non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Siamo alla terza generazione ormai. Gente nata qua, cresciuta qua. E sentirsi dire "calabrese, calabrese", "cutrese, cutrese". Si devono fare dei distinguo, penso io. I malavitosi è giusto che paghino, ma c'è tanta gente per bene, non è che si può dire che tutti i cutresi sono mafiosi. Che non è vero.

Va bene, ma allora c’è un’altra questione, e cioè perché nessuno, nella comunità cutrese reggiana, abbia mai detto qualcosa a proposito in tutti questi anni.

I ragazzi che hanno 22-24 anni sono tutti nati qua, e cresciuti qua. Quelli, a Cutro ci vanno ogni 10-15 anni se ci vanno. Ormai, molti non ci vanno manco più. Giustamente, la loro vita è qua. I genitori sono meridionali, sì, ma ormai vivono la loro vita qua. Una volta, a Cutro si andava tre o quattro volte all'anno, adesso se uno ci va ogni tre o quattro anni è tanto.

La questione delle parentele, dell’intreccio di rapporti è molto complicata. Tanto che c’è chi dice che qualcuno che sa non parla, per paura di ritorsioni verso la sua famiglia d’orgine.

Tutti parenti, sì. Magari anche alla larga, ma è così.

Anche io sbagliato nell’articolo di ieri, ma lei e quell’altro Rizzo Antonio sarete di certo parenti.

Giù, i nomi che girano sono tutti uguali, c'è poco da fare. Di Rizzo Antonio può darsi che ne trova 50, di Cutro. E' che purtroppo una volta i nomi si davano tutti uguali, non so com'è. Io questa storia non l'ho ancora capita. Però, purtroppo, Reggio Emilia ormai è così. Perché è vero che ha portato i buoni, ma ha portato anche i marci, c'è poco da fare.

Già.

Ma come andrà a finire Reggio Emilia direttore, lei che conosce?

No, guardi, mi creda: lei ne sa molto più di me, visto che è a Reggio da quando aveva quindici anni. La risposta ce l'ha lei. Che dice? Viene già tutto o il Sistema resiste?

Bel rebus, questo. Pd e coop rosse sono un'unica cosa. Adesso, venendo meno anche le coop, non so se tiene il Pd. Le coop ormai sono crollate tutte, ma i voti il Pd dove li prendeva? Dai soci delle coop. Tutti sti soci poverini ci hanno rimesso. Poi, può darsi pure che li voteranno di nuovo, eh. Tutto può succedere, ma non so sino a che punto vanno di nuovo a dare il voto a loro.

Se il sistema tiene ce n'è per tutti, compresi voi.

Eh, ma questo adesso è venuto meno. Ormai l'economia a Reggio non tiene più. Sembra una città di morti che camminano, ormai. La vedi, che è triste proprio: la gente non avendo soldi da spendere non va in giro, il centro è deserto. Ogni tre negozi, ce n’è uno vuoto. E' che quando non gira l'economia, anche il sistema politico non tiene.

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