Gazzetta di Reggio

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La Coop del futuro punta sul Km Zero più che sui robot

di Jacopo Della Porta
La Coop del futuro punta sul Km Zero più che sui robot

Cosa sopravviverà dopo la chiusura dell’esposizione? L’intenzione è quella di evocare il mercato rionale

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REGGIO EMILIA. Robot che imbustano frutta e verdura, sistemi automatici per riempire gli scaffali e sensori di movimento che, all'avvicinarsi del consumatore, proiettano su uno schermo touch le informazioni sul prodotto indicato. Questo il supermercato del futuro che la Coop ha immaginato e messo in mostra ad Expo e poche ore dopo la chiusura dei cancelli della grande kermesse milanese ci si chiede quante di queste innovazioni troveranno un’applicazione pratica nei punti vendita. Per Coop il padiglione di Expo è stato un grande prototipo, che è stato testato da quasi 1,7 milioni di visitatori. La cooperativa in questi mesi ha costituito un gruppo di lavoro per valutare quali delle tante novità sono destinare a sopravvivere concretamente.

MERCATO RIONALE. Il primo elemento che nelle intenzioni di Coop dovrà essere valorizzato in futuro non è tanto quello tecnologico, come l’utilizzo degli schermi Lcd o dei sistemi Kinect che scrutano i clienti per capire quale prodotto stanno guardando, ma l’allestimento open space del punto vendita. Il supermercato di Expo è infatti privo delle barriere verticali e la merce è esposta sui banconi. L’intenzione è quella di evocare il mercato rionale e non la corsia impersonale dei supermercati, concepita per un passaggio rapido e non certo come luogo di interazione tra le persone. Coerentemente con questo approccio si vuole puntare sulla valorizzazione dei produttori locali, che saranno incentivati a organizzare eventi all’interno del supermercato per farsi conoscere. Questo accade già in alcuni punti vendita ma l’idea è quella spingere ancora di più in questa direzione, anche per agganciare uno stile di consumo basato sul chilometro zero. Un’altra possibile innovazione riguarda il coinvolgimento di piccole realtà, che per definizione sono escluse dalla grande distribuzione. Ad Expo è stata avviata una collaborazione con le Cesarine, un’associazione nata a Bologna nel 2004 con lo scopo di salvaguardare i cibi dimenticati. L’idea di lanciare linee di prodotti che siano una via di mezzo tra la dimensione casalinga e quella industriale è accattivante e potrebbe segnare la riscossa delle “rezdore”.

ROBOT IN CORSIA. Ma che ne sarà invece dei gadget tecnologici di cui si è fatto sfoggio? Al momento è difficile pensare che il robot YuMi possa effettivamente trovare spazio nei negozi, mentre invece l’automazione dei magazzini e il riempimento automatico degli scaffali sono già più realtà che fantascienza. Un altro tema d’attualità è quello relativo alle informazioni dettagliate sui prodotti. Le etichette sono sempre più esaustive e Coop ha già da tempo lanciato l’app “Origini” per i telefonini per conoscere la provenienza di ogni ingrediente. L’utilizzo di dispaly o Qr Code tra le corsie sono possibili, ma non è certo una possibilità particolarmente innovativa.

BIG DATA. Un aspetto sicuramente decisivo, pensando agli scenari futuri, è quello della gestione della grande mole di dati di cui la Coop è in possesso, si pensi ad esempio alle tessere utilizzate dai soci, che registrano puntualmente gli stili di consumo. Ad Expo sopra la barriera delle casse sono stati visualizzati alcuni dati, come il numero dei visitatori, con quali prodotti stanno interagendo, la top ten dei prodotti più venduti. Ma al di là di questi aspetti scenografici i dati sono la miniera da sfruttare sempre di più per gestire le scorte del magazzino in modo efficiente e per conoscere in modo dettagliato il consumatore. In questa esperienza milanese una questione cruciale è rimasta forse un po’ in ombra: che peso avrà in futuro la vendita online dei prodotti alimentari? E in definitiva, i supermercati esisteranno ancora come luoghi fisici? La grande distribuzione, Coop compresa, è già attiva nella vendita online, ma l’irruzione sul mercato del gigante Amazon promette cambiamenti radicali, soprattutto ora che ha deciso di iniziare a consegnare i prodotti freschi entro due ore dall’acquisto. Il colosso Usa sta rivolgendo la sua attenzione anche ai prodotti caldi: a New York sta consegnando sperimentalmente i piatti di Eataly, catena di cui sono socie oltre a Oscar Farinetti anche alcune realtà del sistema Coop. Il futuro passerà anche da accordi di questo tipo?