Il liceo “Moro” a quota 1.667 studenti
Lo scientifico di via XX Settembre, con 6 classi in più rispetto all’anno scorso, diventa l’istituto superiore più popoloso
REGGIO EMILIA. Si sono ricavate due aule in un laboratorio linguistico poco utilizzato, altre due all'ultimo piano della succursale, una in un'ala del vasto laboratorio di fisica. Il liceo "Aldo Moro" ha fatto i salti mortali, razionalizzando tutti gli spazi disponibili, per fare posto ai 1.667 studenti, 189 in più, che lo frequentano nell'anno scolastico appena incominciato. Tuttavia per sistemare 63 classi, sei in più rispetto all'anno scorso, i cinque locali aggiuntivi sono insufficienti. Alcune classi del triennio devono turnare, cedendo la propria aula quando sono in palestra per le lezioni di educazione fisica.
E' una crescita quasi senza precedenti quella registrata dalla scuola superiore di via XX Settembre, che, limitatamente ai corsi diurni, diventa la più popolosa della provincia. Ha superato, infatti, l'istituto tecnico e professionale Leopoldo Nobili, il quale è sceso a 1.512 iscritti, che salgono a 1.680 soltanto grazie ai corsi serali. Il Moro è passato da dodici a sedici classi prime, arrivando alla sezione R. Ne ha beneficiato soprattutto l'indirizzo scientifico, salito da tre a cinque prime, mentre il linguistico e l'opzione di scienze applicate hanno ciascuno una classe in più. Il risultato si deve al piano dell'offerta formativa, che ha incontrato il gradimento dei genitori e degli alunni di terza media.
«Lo abbiamo verificato lo scorso inverno - spiega Roberto Villa, l'ex preside andato in pensione il 31 agosto - negli incontri di orientamento, sempre affollatissimi. Abbiamo presentato il nostro liceo in continuità con la sua tradizione. Siamo una scuola che rimane ancorata alla cultura liceale, ma la presenta in una chiave di modernità, in una forma comprensibile ai ragazzi d'oggi». «Il maggiore successo - aggiunge la professoressa Brunetta Partisotti - l'ha ottenuto la proposta di una seconda lingua nell'indirizzo scientifico, che era un po' in sofferenza. Abbiamo introdotto il tedesco in una classe e lo spagnolo in un'altra sottraendo qualche ora a turno, ogni anno, ad altre materie». Il liceo Ariosto-Spallanzani, invece, è calato di 163 iscritti, scendendo da 1.249 a 1.086 unità e da 48 a 45 classi. L'indirizzo classico, tradizionalmente stabile, è calato da 462 a 423 studenti, con una classe in meno, lo scientifico da 787 a 663, con due classi in meno. E' sostanzialmente immutato, invece, il Canossa, che passa da 1.431 a 1.410 alunni con 58 classi, una in meno. Lo stesso si può dire del Corso di Correggio, che sale da 761 a 780 iscritti, ma perde una classe terminale. Al contrario l'istituto Pascal acquista una classe pur mantenendo i suoi 1.340 iscritti. Gli istituti professionali, in qualche caso, mantengono i numeri grazie ai corsi serali. Il Galvani- Jodi, che aveva 934 iscritti con 38 classi al diurno, ne conta ora circa 1100 con 41 classi, di cui due serali e due carcerarie. Il Filippo Re ne aveva 551 con 22 classi e passa ora a circa 600 comprese quattro classi serali. Nell'insieme l'istruzione superiore, nella nostra provincia, mantiene un certo equilibrio numerico fra i tre ordini, mentre nel resto della regione e soprattutto nel resto d'Italia i licei sopravanzano nettamente gli istituti tecnici e ancor più i professionali. Da noi i licei raccolgono il 37,3% degli studenti, come l'anno scorso, i tecnici il 32% (un punto percentuale in meno) e i professionali il 30,7% (uno in più). «La tenuta dell'istruzione tecnica e professionale - commenta Valerio Messori, fino al 31 agosto scorso preside del Nobili - è un'anomalia positiva, che dimostra la buona salute e la ripresa del nostro tessuto produttivo. Tre anni fa avevamo toccato il fondo, con sole tre aziende che avevano chiesto gli elenchi dei diplomandi per eventuali assunzioni. Quest'anno ne abbiamo contate più di cinquanta».