Gazzetta di Reggio

Reggio

«Rotonde e strisce, si può migliorare»

di Elisa Pederzoli
«Rotonde e strisce, si può migliorare»

Il comandante Colantuono va a Pesaro e fa un bilancio: Reggio è cambiata, certi attraversamenti andrebbero rivisti

29 giugno 2015
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REGGIO EMILIA. Cambio al vertice della polizia stradale di Reggio. Per il comandante, il vice questore aggiunto Antonio Colantuono, il primo luglio scatta il trasferimento a Pesaro, con l’importante incarico da primo dirigente. Al suo posto arriverà il commissario capo Fabio Polichetti, che proveniente dal Coa di Bologna. Prima di lasciare Reggio, l’occasione con Colantuono è quella per fare un bilancio di questi ultimi cinque anni e di lasciarci un ritratto della città in cui ha lavorato. «Prima di tutto – sottolinea il comandante – voglio ringraziare tutte le istituzioni per l’accoglienza. La città lo è stata al tal punto che ho pensato che potesse essere la sede definitiva per me e la mia famiglia. Ci siamo sentiti a casa».

Parliamo di temi che lei conosce da vicino: la sicurezza stradale. Come sta Reggio?

«Io credo che possa migliorare notevolmente, facendo attenzione anche ad alcuni aspetti urbanistici. Mutando la morfologia stradale nel corso del tempo, certe situazioni si sono sovrapposte rischiando di complicare i flussi».

Ci faccia qualche esempio.

«Parlo degli attraversamenti pedonali. Forse andrò contro corrente, ma su alcuni tratti sono troppi uno dopo l’altro. Comportano un calo di attenzione da parte dei conducenti dei veicoli. Pensiamo a una serie di quattro o cinque attraversamenti, a brevissima distanza: l’automobilista presterà attenzione al primo, al secondo. Poi, inevitabilmente, questa calerà. A rischio di chi attraversa. Aggiungo: ogni attraversamento va mantenuto perfettamente visibile, in tutte le condizioni di tempo e circostanze. Invece, e vado oltre il centro, vedo passaggi poco illuminati. La città ha cambiato più volte faccia, andrebbero riattualizzati. Andrebbe rifatto lo studio su di essi e anche su alcune deroghe al codice della strada».

Si riferisce al fatto che a Reggio i ciclisti possono andare contromano?

«Capisco la tutela dei ciclisti: anche io ne faccio parte. Ma aver previsto regolamenti a favore non sempre si traduce in una effettiva tutela, anche perché non tutti i ciclisti sono ugualmente educati. Certe deroghe rischiano, invece, di mettere a repentaglio la sicurezza dei pedoni. Sul tema dei ciclisti vorrei aggiungere una cosa, che mi è cara quando facciamo educazione stradale: oggi, tecnicamente grazie a certe deroghe, sarebbe possibile attraversare sulle zebre in sella alla bicicletta. Quando lo si fa, però, è a una velocità doppia rispetto a chi va a piedi, ma questa non è percepita da chi è a bordo di un veicolo. Dobbiamo scendere, indipendentemente dal fatto che sia consentito, per una questione di sicurezza».

Che misure suggerirebbe in favore della sicurezza?

«Io sono per i dissuasori, più che per i dispositivi sanzionatori. Anche qui forse andrò controcorrente».

A Reggio ci sono molte rotatorie e altre ne sono in programma. Cosa ne pensa?

«Potrebbero essere notevolmente migliorate. Ce ne sono alcune in città realizzate una dopo l’altra tanto che spesso finiscono per insistere l’una nell’altra. Rendono difficile la gestione dei diritti di precedenza, di impegno e disimpegno. Spesso, per questo, siamo dovuti intervenire».

A quale pensa nello specifico?

«A quella dell’acquedotto, ad esempio, dove è particolarmente difficile entrare. Anche per un’altra questione: anche a Reggio, come in altre città, si è perso purtroppo un principio che una volta esisteva nella vecchia educazione stradale, ovvero la precedenza di cortesia. Invece, aiuterebbe la sicurezza».

Parliamo di incidenti sulle strade.

«C’è stato un forte decremento, così come per i casi di guida in stato di ebbrezza. Questo grazie all’azione combinata con le altre forze, che ringrazio per la collaborazione».

Il suo comando è stato protagonista di un’inchiesta che ha lasciato il segno, quella su patenti e revisioni facili.

«Un risultato importante, che non sarebbe stato tale se non ci fosse stata da parte della procura tanta attenzione e competenza. Abbiamo fatto luce su di una situazione incancrenita da tempo. Lo sconcerto è stato legato al fatto che la giustificazione degli addetti ai lavori era: si è sempre fatto così. Ma ora non ci si può distrarre e in silenzio noi continuiamo a monitorare».

Cosa lascia alla polizia stradale di Reggio?

«Lascio un ottimo staff, che sicuramente rimpiangerò indipendentemente dai collaboratori sicuramente validi che incontrerò. I colleghi qui a Reggio, da un punto di vista umano e professionale, sono stati eccezionali. Sicuramente porterà via un ricordo affettuoso anche di chi, purtroppo, non c’è più».