Ospedale all'avanguardia: è boom di ricerche
Al Santa Maria Nuova le pubblicazioni sono passate in tre anni da 158 a 402. L'intervista al nuovo direttore geneale
REGGIO EMILIA. «I progetti di ricerca indipendente sono passati da 66 a 119. Le pubblicazioni dell’ospedale dal 2011 al 2014 sono salite da 158 a 402. E i fondi per la ricerca corrente del ministero nel 2014 sono aumentati del 30%. Si è riconosciuto il valore dell’attività svolta».
È con questo biglietto da visita che Antonella Messori, fresca di nomina alla direzione generale del Santa Maria Nuova, si appresta a ricevere domani la visita degli ispettori del ministero per il cosiddetto “site-visit”, un “tagliando” a cui sono sottoposti periodicamente tutti gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). «Sono fiduciosa – spiega Messori –Bisogna essere prudenti, ma ho trovato una struttura con ottimi risultati in termini di ricerca e sviluppo». Un primo banco di prova, all’interno di un più ampio percorso di riorganizzazione dell’intera sanità reggiana, alle prese il completamento del Centro oncoematologico (Core) e con la sfida di portare a casa l’ospedale Maternità e Infanzia (Mire).
Messori, subito gli ispettori. Ma si aspettava questa nomina?
«A dire il vero, sono stata indotta a presentare la domanda dal dottor Nicolini dell’Ausl, che me lo aveva chiesto anche in passato. L’ho presentata a fronte di un progetto, che è quello di un’integrazione di fatto dei servizi a livello provinciale. Come direttore medico del Presidio ospedaliero provinciale Ausl, ho già collaborato con l’azienda ospedaliera. Un elemento che ha fatto sì di poter presentare un profilo coerente con gli indirizzi di programmazione».
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Si continua la strada della fusione di Ausl e Santa Maria?
«Più che unificazione, diciamo che l’obiettivo è dare continuità e accelerazione ad un processo di integrazione».
C’è una scadenza?
«I tempi al momento non sono definiti. Ma è un percorso che porteremo avanti perché rappresenta una sfida in termini di garanzia e di qualità del servizio. Partiamo da livelli già alti, raggiunti proprio grazie ad una collaborazione tra le due aziende. Penso alla gestione ospedaliera dell’azienda ospedaliera di Castelnovo Monti, ai laboratori di Scandiano, Montecchio e la stessa Castelnovo o ai programmi interaziendali sull’appropriatezza».
Quindi? Cosa resta ancora da fare?
«Quello che ci viene chiesto è proseguire su questo versante: un sistema di cure che riguarda la rete degli ospedali e delle cure primarie. Non deve spaventare nessuno, ma deve essere opportunità di sviluppo. Sono obiettivi che coinvolgono tutte le aziende della regione, con un’integrazione anche dei servizi amministrativi, logistici e di supporto. Entro sei mesi bisognerà predisporre un piano».
È l’area vasta? Si va davvero verso Modena?
«L’integrazione rappresenta un rafforzamento del sistema provinciale dal quale possono derivare molti benefici. I passi successivi potranno portare a configurazioni diverse. Ma non sono prevedibili».
Intanto bisogna fare i conti con l’esame all’Irccs...
«L’Irccs rappresenta un importante elemento di innovazione e rafforzamento. Sono molto orgogliosa perché gli ispettori hanno chiesto di poter vedere anche altri servizi, oltre ai laboratori di ricerca, al nuovo acceleratore nucleare e al Core. Ci hanno chiesto di verificare l’ospedale nel suo complesso, nelle diverse innovazioni introdotte. Come sull’appropriatezza e sulle cure palliative. Siamo fieri che la commissione abbia voluto approfondire questi aspetti. E spero che apprezzeranno i risultati».
A che punto siamo con il Core?
«Il cantiere sta avanzando. Il completamento è previsto per fine anno. Rappresenterà la prima sfida rilevante rispetto all’innovazione strutturale e organizzativa dell’ospedale».
E il Mire?
«Come responsabile del programma materno infantile ho seguito l’evoluzione del progetto, che vede una partecipazione molto attiva di Curare Onlus. A fine febbraio è stato presentato il progetto preliminare al gruppo tecnico regionale per la valutazione. Le indicazioni ora sono di procedere con l’elaborazione del progetto definitivo entro settembre. C’è inoltre necessità di definire i completamenti dei finanziamenti. Sono stati stanziati già 14 milioni, ma all’appello ne mancano altri undici per finanziare quanto previsto».