Gazzetta di Reggio

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Gandolfi “ribelle”, 44 volte contro il Pd

Gandolfi “ribelle”, 44 volte contro il Pd

Tra i parlamentari reggiani è il meno allineato: «Ma non mi sono mai dissociato su questioni politicamente rilevanti»

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REGGIO EMILIA. Se tutti i sette parlamentari reggiani hanno garantito fino ad ora una presenza assidua in aula, almeno al momento della votazione dei singoli provvedimenti, differenze più sostanziali emergono sul loro comportamento al momento di esprimere il voto. Nella pattuglia reggiana i più ligi nel rispettare le indicazioni di voto che arrivano dal proprio gruppo parlamentare sono risultati Maino Marchi nel Pd e Maria Edera Spadoni nel M5S. I due deputati hanno votato in difformità rispetto alle indicazione del proprio gruppo rispettivamente una sola volta nel caso di Marchi e due volte nel caso di Maria Spadoni.

Il più "ribelle" invece tra i reggiani è risultato essere il deputato Paolo Gandolfi che ha votato in difformità rispetto al resto del gruppo parlamentare Pd in quarantaquattro occasioni. Molto più allineati tutti gli altri suoi colleghi, con Vanna Iori che ha votato in maniera diversa dal Pd per quindici volte e Antonella Incerti per undici volte, mentre a Palazzo Madama, la senatrice Leana Pignedoli ha votato in maniera diversa rispetto alle indicazioni del gruppo Pd per sole sette volte. Discorso a parte merita l'ex esponente del Movimento 5 Stelle e ora confluita nel Gruppo Misto, la senatrice Maria Mussini che ha votato in difformità dal proprio gruppo in tredici occasioni.

«Sono un ribelle da poco, visto che ho votato in maniera diversa solo meno di cinquanta volte su oltre 5.300 votazioni - replica l'onorevole Paolo Gandolfi, smorzando ogni polemica e spiegando che «in molti casi i voti espressi in difformità alle indicazioni del Pd hanno riguardato singoli temi o semplici mozioni che non avevano nulla di politicamente rilevante». Ciò non toglie però che su almeno tre questioni rilevanti anche sul piano politico e in qualche caso anche per la tenuta del governo Letta il "civatiano" Paolo Gandolfi al momento del voto abbia marcato una differenza rispetto ai suoi colleghi.

«Molti dei miei voti espressi in difformità al mio gruppo parlamentare - aggiunge Gandolfi - risalgono allo scorso anno e in particolare fanno riferimento alla questione dell'acquisto degli aerei F35 e sulla richiesta di dimissioni dei ministri dell'Interno Angelino Alfano e della Giustizia Anna Maria Cancellieri». In altri casi, confermando di non essere sempre allineato rispetto alle indicazioni del proprio gruppo consiliare, Gandolfi sottolinea che «quando mi capita di dissentire dalle decisioni del gruppo preferisco non partecipare al voto e anche per questa ragione le mie assenze risultano essere maggiori rispetto ai miei colleghi, ma continuo nel lavoro quotidiano a essere prioritariamente impegnato sui temi della mobilità e del trasporto pubblico oltre che nella stesura del nuovo testo del Codice della strada».

Roberto Fontanili