Dimezzati i turisti di Cerreto Laghi per maltempo e crisi
Un luglio da dimenticare per l’economia dell’Appennino Non sono tornati nemmeno i proprietari delle seconde case
CASTELNOVO MONTI. Va ormai in archivio un mese di luglio che sarebbe davvero da dimenticare per il territorio dell’Appennino, ma che invece si farà purtroppo ricordare perché avrà delle ricadute economiche piuttosto pesanti.
Un luglio che ha visto un meteo così inclemente, tra giornate di pioggia ed altre comunque pesantemente nuvolose, che nemmeno le persone più anziane ricordano. Per un territorio che in estate punta fortemente anche sul turismo, le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Negli ultimi anni l’Appennino ha incrementato il suo appeal turistico, anche grazie alla risonanza del Parco nazionale, richiamando un maggior numero di stranieri, ma una fetta importante del settore è ancora costituita da un turismo di prossimità, che spesso nella stagione estiva è alimentato dal desiderio di sfuggire all’afa delle città. Un’afa che quest’anno non si è fatta vedere. Ecco quindi che il registro delle presenze segna un calo a doppia cifra, pressoché in tutte le strutture ricettive delle principali località turistiche: ad esempio Cervarezza e Cerreto Laghi, dove alcuni operatori parlano di calo dei turisti superiore al 50%.
Non solo le strutture ricettive, ma anche molte seconde case, che in questo periodo abitualmente vengono riaperte ed abitate da coloro i quali per il resto dell’anno vivono in città, sono rimaste chiuse, e non c’è da stupirsi visto che nei giorni scorsi, nelle località più alte, di sera viste le temperature molto al di sotto delle medie stagionali, c’è stato chi ha dovuto accendere il riscaldamento.
Un quadro sconsolante anche per chi gestisce i servizi rivolti a turisti ed escursionisti: gli impianti di risalita ad esempio, a Cerreto Laghi e Febbio (dove tanto si è lavorato ed investito per rimettere in funzione le seggiovie Triposto e 2000), hanno potuto lavorare a singhiozzo (a Cerreto ad esempio solo un sabato) contando su pochissimi giorni di sole e caldo.
Anche un luogo abitualmente frequentatissimo in questo periodo come il Parco Avventura Cerwood ha visto limitare le sue possibilità di accogliere turisti e gruppi rispetto all’affluenza normale. Per non parlare delle piscine all’aperto, che di solito rappresentano il “mare” dei montanari: l’Onda della Pietra a Castelnovo, lo Sporting Village di Casina, la Baia delle Carpinete a Carpineti, il Chug a lug di Tizzolo, lo Sporting di Cervarezza, il Lido dei Calanchi a Baiso, la piscina di Toano: tutte ormai a questo punto hanno perso quasi completamente più di un mese di attività, su una stagione che quando va bene ne dura al massimo tre.
Ricaduta pesantemente negativa il tempo avverso lo ha avuto poi sulle tante, tantissime iniziative di promozione del territorio. Tra attività musicali, artistiche, conviviali, enogastronomiche, sportive, escursionistiche, sagre e feste dei borghi davvero il periodo di luglio vede un fiorire di proposte molto ricco e variegato.
Ma alla fine tante sono state annullate, alcune rinviate, altre che non potevano esserlo si sono tenute ugualmente, ma con un successo molto inferiore a quello che hanno abitualmente quando il clima è quello normale del periodo. Ma non è il settore strettamente turistico l’unico a risentire di questa situazione straordinaria: ovviamente cali consistenti si registrano anche nelle attività commerciali, sia per la minor presenza di persone rispetto alle medie di stagione, sia per l’appeal pressoché assente per quanto riguarda la merce strettamente legata all’estate, come l’abbigliamento solo per citare un esempio.E infine un ultimo aspetto che non fa dormire sonni tranquilli agli amministratori dei Comuni appenninici: quello legato all’assetto idrogeologico del territorio. Dopo una primavera che aveva visto già grossi problemi legati alle frane (ricordiamo il mese abbondante di chiusura della provinciale 513, dove tuttora in località La Cantoniera si viaggia a senso unico alternato), una estate così piovosa innesca rischi fortissimi di nuovi smottamenti e frane in autunno. Ora tutti guardano come una possibile ancora di salvezza al mese di agosto, ma anche nel migliore dei casi si potranno solo arginare i danni di questa pesantissima prima parte d’estate. (l.t.)