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Enti camerali, ipotesi fusione Reggio-Modena

Enti camerali, ipotesi fusione Reggio-Modena

Al via il progetto di autoriforma: in Emilia-Romagna le Cciaa passeranno da 9 a 4. Delibere in autunno

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REGGIO EMILIA. Dopo aver dovuto ingoiare nei giorni scorsi a malincuore il dimezzamento del bilancio deciso dalla riforma del governo, la Camera di Commercio di Reggio si appresta a varare in autonomia l’accorpamento con gli enti limitrofi. Si tratta del processo di autoriforma delle Camere deciso a livello nazionale, con il quale si punta al taglio dei 105 enti sparsi sul territorio italiano, che dovrebbero diventare circa 60.

In Emilia-Romagna si dovrebbe passare da 9 a 4 Camere di Commercio. Un accorpamento che vede in testa la fusione tra Reggio e Modena, quest’ultima “corteggiata” anche da Bologna. Modena, infatti, ha i conti a posto - al pari di Reggio - ma conta dimensioni maggiori. Bologna ha un bilancio in bilico e potrebbe tentare il colpo per stipulare un matrimonio che porterebbe prestigio e una dote finanziaria per nulla indifferente.

Per ora si procede per ipotesi, visto che il progetto di autoriforma è ancora un cantiere in divenire. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha comunque varato ufficialmente l’operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. Il resto sono abboccameti e studi preliminari. Entro l’autunno tutte le Camere di Commercio saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto, che dovrebbe essere quello definitivo.

Oltre alla carta Modena, Reggio potrebbe giocarsi un più ampio accorpamento sul tracciato della via Emila con Parma e Piacenza. Il tutto, però, resta ancora appannaggio dei vertici, con il presidente reggiano Stefano Landi attento sulle possibili evoluzioni che avverranno nei prossimi mesi. Di certo, per ora, ci sono le indicazioni inviate al nazionale dalle Unioncamere regionali. La riorganizzazione non si limiterà ad una riduzione del numero delle Camere di commercio: sostanzialmente questa operazione, una volta giunta a regime, consentirà al sistema camerale di realizzare importanti economie, almeno pari a quelle previste nel decreto sulla pubblica amministrazione approvato dal Governo, grazie anche all’adozione di costi standard ed alla razionalizzazione delle società del sistema.

«Come si conviene a istituzioni “del fare”, quali sono le Camere di commercio, stiamo portando a termine il processo di riorganizzazione delle 105 strutture oggi presenti sul territorio», commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «Il profondo processo di accorpamento punta anche alla salvaguardia delle specificità territoriali del nostro sistema produttivo».