«Via il presidio, ma solo con le garanzie»
Scandiano, i lavoratori in lotta della Majorca chiedono al commissario che le piastrelle prodotte non escano dall’azienda
SCANDIANO. Puntano a smobiliare il presidio, se arriveranno le garanzie minime, i lavoratori della ceramica Majorca di Scandiano, da due mesi in manifestazione permanente davanti alla sede aziendale a Bosco. E martedì presenti anche a Roma alla grande manifestazione organizzata dai sindacati unitari Cgil, Cisl e Uil per protestare contro il possibile taglio della cassa integrazione in deroga per 60mila lavoratori.
Il motivo, lo stanziamento di 400 milioni di euro previsto dal governo Renzi per coprire i costi della cassa integrazione in deroga.
Ieri sera si è tenuto l’incontro fra i delegati dei lavoratori e Anna Spaggiari, il commissionario giudiziale nominato dal tribunale di Reggio Emilia dopo la richiesta di pre-concordato avanzata dalla Majorca a inizio luglio, in seguito ad un’istanza di fallimento per 102mila euro presentata da un’impresa creditrice.
Si è trattato di una riunione molto importante per lo sviluppo delle prossime settimane.
Le donne e gli uomini della Majorca hanno posto con grande fermezza la richiesta di ottenere dal commissario le garanzie necessarie per smobilitare il presidio, che da quasi due mesi portano avanti davanti al magazzino trasporti della Majorca, per impedire che le ultime mattonelle prodotte vengano portate via. Con l’arrivo della Spaggiari e del concordato, l’azienda dovrebbe rendicontare ogni singolo movimento di materiale, che verrebbe poi conteggiato nelle valutazioni per l’accettazione del concordato stesso.
I lavoratori, se otterranno assicurazioni in questo senso, sono pronti ad abbandonare il presidio, realizzato principalmente per il “timore” che le piastrelle realizzate venissero caricate e vendute, perdendo quindi gli ultimi beni di valore presenti in sede, visti come potenziali “garanzie” per i loro stipendi ancora da percepire.
Le lunghe settimane di presenza fissa stanno comprensibilmente logorando i 71 dipendenti; il caldo alternato al maltempo delle ultime settimane non ha aiutato e quindi la possibilità di smobilitare sarebbe vista positivamente. Una svolta nella lotta sindacale che i lavoratori stanno mettendo in atto in queste settimane. Ma solo se vi sarà la certezza di un “presidio” diverso, quello del commissario giudiziale.
I problemi, nel frattempo, arrivano anche da Roma. E non a caso un gruppo di lavoratori della Majorca ha raggiunto la capitale, assieme ad altri reggiani, per partecipare alla manifestazione sindacale contro il taglio della cassa integrazione in deroga per 60mila lavoratori.
I 400 milioni di euro stanziati dal governo sono ritenuti assolutamente insufficienti, in grado forse di garantire i lavoratori sino al giugno scorso ma non certo per proseguire nei prossimi mesi.
Dai calcoli previsionali, sarebbero a rischio 60mila lavoratori in tutto il Paese, che – perdendo il diritto a questo ammortizzatore sociale, spremuto in questi anni di grande difficoltà economica – vedrebbero avvicinarsi rapidamente il licenziamento definitivo, e al massimo il successo accesso alla mobilità.
In questo vasto numero rientrano anche i dipendenti della ceramica Majorca, oggi in cassa integrazione straordinaria. Ne avranno diritto sino al 18 dicembre, ma da quella data vi sono due incertezze, una locale e una nazionale.
Perché la cassa prosegua per la Majorca, dovrà essere accettato il concordato. Ma poi, vi dovrebbero essere anche le risorse necessarie per coprirla, e secondo i sindacati i 400 milioni non sono sufficienti. Da lì, la decisione di andare a Roma per gli scandianesi, che sono stati anche ripresi dalle telecamere del Tg2 della Rai mentre esponevano le ragioni della protesta.
Adriano Arati