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Dieci giovani talenti reggiani fanno collezione di premi

Dieci giovani talenti reggiani fanno collezione di premi

Allievi dell’istituto Peri-Merulo, si sono imposti in concorsi internazionali

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REGGIO EMILIA. «La città deve conoscere questi ragazzi che si sono distinti negli ultimi sei mesi dell'anno scolastico, partecipando a delle manifestazioni e concorsi a livello nazionale e non solo. Sono tanti e di tutte le età. A nome di tutto l'Istituto desidero menzionarli».

Così Maurizio Ferrari, da poco rieletto per un altro triennio direttore dell’istituto musicale Peri-Merulo. Durante questo tempo si è adoperato per rendere “competitiva” la scuola e lanciarla, creando opportunità diverse di crescita degli studenti, attraverso la possibilità di frequentare in modo sistematico l'orchestra mettendo in campo progetti articolati legati al potenziamento del biennio di specializzazione e l'istituzione dei corsi estivi.

Non si può che essere soddisfatti di fronte a certi risultati.

«Quello che stupisce, è che non sono soltanto due o tre, ma sono molti. In questi giorni si è parlato del violinista Davide Gaspari che ha vinto la difficilissima selezione a carattere europeo per entrare nella European Union Youth Orchestra. Ma c'è anche il giovanissimo Mattia Riva che l'anno scorso, appena sedicenne, ha stupito positivamente niente meno che Klaus Stoll, primo contrabbassista dei Berliner dall'epoca di Karajan».

E' anche una questione di scuole strumentali che all'interno della scuola si distinguono.

«Mi viene in mente la scuola di oboe di Miriam Moretti, in cui si è distinta Francesca Rodomonti, che ha vinto molte audizioni in giro per l'Italia. L'oboista Luca Vignali del Teatro dell'Opera di Roma, che l'anno scorso insegnava al biennio, mi ha fatto i complimenti per tutta la classe. Così per quella di contrabbasso di Amerigo Bernardi, quella di chitarra di Claudio Piastra in cui studiano ben tre allievi che hanno premi al prestigioso concorso “Val Tidone” e uno, Francesco Spina, che ha ottenuto una targa particolare al Torneo internazionale di Musica. Poi voglio citare anche il compositore Gaetano Nenna, mio allievo, che l'anno prossimo studierà al Royal Collage di Londra».

Quel è il segreto di questo successo?

«Ci sono le qualità dei ragazzi, il loro impegno e il sostegno da parte della scuola, pur tra mille difficoltà. E poi un'attività solida che per molti strumentisti si concentra molto anche nel lavoro in orchestra. Le recenti esibizioni nella rassegna estiva, concerti veri e propri, danno la misura della validità del processo».

È stato in occasione di Musicae Civitas?

«Sì, l'orchestra si è esibita nel primo concerto e ha eseguito lo Schubert della prima sinfonia in modo ineccepibile, ricevendo apprezzamenti non solo dal pubblico ma anche da musicisti e addetti ai lavori. Questa orchestra è di livello, se pensiamo che vi erano solo tre aggiunti. Sarebbe bello creare un'orchestra giovanile stabile - una “Cherubini da camera” suggellata da progetti artistici gratificanti».

Questi successi hanno avuto dei riscontri?

«Sono aumentate decisamente le iscrizioni al biennio di specializzazione, che presenta anche studenti non italiani. L'anno prossimo tra l'altro avremo due studentesse che provengono dalla Palestina; hanno scelto la nostra scuola accanto all'Accademia Stauffer di Cremona».

Qual è il prossimo obiettivo dell’istituto?

«Consolidare i rapporti internazionali, invitando più docenti dall'estero. Per adesso abbiamo Dale Clevenger primo corno della Chicago Symphony, ma sarebbe opportuno avere più personalità di questo tipo».

Adesso che cosa si aspetta?

«Bisogna riflettere a livello cittadino sul futuro del Peri per portarlo a livelli ancora più alti, e il discorso qui diventa politico. Si vuole fare qualcosa d'importante? Se ci vogliono utilizzare, noi siamo pronti.

Giulia Bassi

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