Gazzetta di Reggio

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Cgil: «Migliaia di lavoratori senza cassa integrazione»

Cgil: «Migliaia di lavoratori senza cassa integrazione»

E’ allarme sugli ammortizzatori sociali, nel mese di aprile calo di 969 lavoratori Mora: «E la liberalizzazione dei contratti a termine peggiorerà la situazione»

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REGGIO. La Cgil reggiana suona l'allarme sugli ammortizzatori sociali. Nel mese di aprile sono state infatti 51 le imprese con ricorso alla cassa integrazione straordinaria, con 2.981 dipendenti, quasi tutte in procedura concorsuale o che hanno cessato l'attività. Senza soluzioni alternative alla chiusura (come ad esempio l'acquisizione da parte di terzi), questi addetti rischiano la collocazione in mobilità al termine dell'utilizzo dell'ammortizzatore. Lo scorso mese inoltre, rispetto a marzo, il numero dei lavoratori interessati agli ammortizzatori sociali in provincia di Reggio è diminuito di 969 unità. In particolare, diminuisce il ricorso alla Cig ordinaria (-887 lavoratori), ma anche a quella straordinaria (un'azienda e 229 lavoratori in meno). Restano invece stabili i contratti di solidarietà con tre imprese in meno e 147 lavoratori in più. gli addetti interessati agli ammortizzatori sociali in aprile sono stati in totale 11.258, con una diminuzione di 2.164 rispetto al mese di dicembre 2013. Infine, dall'inizio della crisi (2008), sono 249 le aziende che hanno attivato procedure di mobilità per 4.419 lavoratori (più 488 rispetto a dicembre 2013).

«Continuano le difficoltà nel pagamento della cassa in deroga a seguito del mancato finanziamento dell'ammortizzatore da parte del governo: ci sono quindi migliaia di lavoratrici e lavoratori, per lo più dipendenti di piccole imprese, che da mesi e mesi non percepiscono integrazioni salariali - sottolinea la Cgil -. Nel frattempo è diventata legge dell'attuale governo la totale liberalizzazione dei contratti a termine: il rapporto a tempo determinato, anche in somministrazione, non necessita più di nessuna causale e la sua durata non può superare i 36 mesi».

Per il sindacato dunque, «non c'è nessuna visione prospettica in una legge di questo tipo, non c'è nessun tassello per la costruzione di un futuro per i giovani che dia a loro certezze identitarie, professionali ed economiche perché non c'è traccia di politiche industriali anticicliche trainate dall'intervento di investimenti pubblici». «Con «questo ennesimo intervento normativo il lavoro viene reso ancor più invisibile, ricattabile, incerto - dichiara il segretario della Camera del lavoro reggiana Guido Mora - dentro una crisi che rende soli e vulnerabili i lavoratori ogni giorno di più».