Multata anche se l’errore è dell’Ufficio Permessi
Ha sbagliato a trascrivere una cifra della targa sul pass per le Ztl del centro La donna deve fare ricorso al giudice di pace per la cancellazione delle sanzioni
Mettiamo che un residente del centro storico si rivolga all’Ufficio Permessi per rinnovare il pass che gli consente di accedere alle Ztl della città. Mettiamo, però anche, che all’ufficio in questione si commetta un errore. Piccolo nella forma: l’errata trascrizione di una sola cifra della targa che dovrà essere autorizzata a transitare sotto l’occhio elettronico delle telecamere. Grande, nella sostanza: perchè in questo modo ogni volta che la vettura in questione transiterà sotto i cosiddetti “varchi”, questi non riconosceranno l’auto come autorizzata. E, in automatico, partiranno le multe.
E’ quello che malauguratamente è successo a una commerciante 69enne, lo scorso mese di aprile. E ora i nodi stanno arrivando al pettine.
«Il figlio dopo qualche giorno se n’è accorto e ha segnalato la cosa. Ma l’auto, nel frattempo, ha fatto in tempo a transitare diverse volte. E la prima multa è già arrivata: 67 euro circa se paga entro cinque giorni dalla scadenza, 91 se va oltre il termine» spiega l’avvocato Nicola Bizzocchi, a cui la donna si è rivolta.
Sì, perchè, la burocrazia è la burocrazia. E la segnalazione dell’errore, non è bastata a risolvere la cosa senza troppi giri di carte bollate. E ora, la commerciante non solo ha dovuto chiedere aiuto a un avvocato. Ma tramite questo, deve presentare ricorso al giudice di pace. Affinché la multa ingiustamente presa per un errore altrui le venga cancellata. E così probabilmente dovrà fare per tutte le altre che, è facile immaginare, arriveranno nei prossimi giorni.
«L’errore materiale, evidentemente, è da attribuire all’ufficio. La richiesta presentata dalla mia cliente, infatti, reca esattamente le cifre giuste della targa – evidenzia il legale – E dunque deve essere sollevata in toto dal procedimento».
Ma la riflessione dell’avvocato Bizzocchi, nel ricorso che oggi presenterà al giudice di pace, va oltre. «Il diritto di accesso alla zona Ztl da parte dei residenti è un diritto proprio e non può derivare dal possesso o meno di un pezzo di carta o dall’inserimento della targa nel sistema computerizzato – fa notare – Se così non fosse, l’individuazione risulterebbe gravata da un ingiustificata limitazione della libertà di circolazione costituzionalmente garantita e soprattutto dal pieno godimento della propria abitazione, ingenerando una illegittima sperequazione di trattamento tra cittadini».
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