Gazzetta di Reggio

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"Italiani veri" sound italiano in Urss

"Italiani veri" sound italiano in Urss

Reggio. Al cinema Rosebud il film-documentario sullo storico fenomeno delle canzoni italiane che "conquistarono" il cuore dei sovietici

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REGGIO. In Unione Sovietica si censurava tutto. Tranne un programma televisivo: il Festival di Sanremo. Perche´? Lo rivela Marco Raffaini , autore con Marco Mello e Giuni Ligabue di un film ricco e curioso, uno sguardo del tutto originale sull'amicizia italo-russa. "Italiani veri" sarà proiettato al Rosebud stasera (lunedì 19 maggio) alle 21 e Marco Raffaini sarà presente in sala. Vincitore del Premio del pubblico al Biografilm Festival di Bologna nel 2013, è un documentario sullo straordinario successo della canzone italiana in Russia e negli altri Paesi dell’ex Urss negli ultimi 50 anni. La narrazione parte dall’inizio degli anni '60, quando la voce di Robertino, il bambino prodigio che all’epoca aveva dodici anni, entra in Unione Sovietica e si diffonde fino a fargli vendere più di 50 milioni di dischi. La sua popolarità è talmente grande che Valentina Tereshkova, la prima donna cosmonauta, chiede di poter ascoltare le sue canzoni a bordo della navicella spaziale, mentre in occasione di un incontro di calcio a Mosca tra le nazionali URSS e Italia, gli altoparlanti dello stadio diffondono, prima dell’esecuzione degli inni nazionali, una canzone di Robertino. Negli anni Ottanta la televisione sovietica inizia a trasmettere ogni anno la serata finale del Festival di Sanremo, vera e propria finestra sul “libero” Occidente, e le canzoni italiane di musica leggera possono essere ascoltate senza censure, a differenza di quanto avveniva con i maggiori gruppi rock inglesi e americani. Questo fa sì che la fama dei cantanti italiani più rappresentativi (Toto Cutugno, Adriano Celentano, Al Bano e Romina Power, Pupo, Ricchi e Poveri, Riccardo Fogli, solo per citarne alcuni) raggiunga ogni angolo di un paese sconfinato.