Rubertelli: «Viabilità da rifare»
Questa la priorità da affrontare per il candidato sindaco di Grande Reggio-Progetto Reggio
REGGIO EMILIA
«Risanare e curare». Sono queste le parole che piacciono maggiormente a Cinzia Rubertelli, candidata sindaco della coalizione Grande Reggio-Progetto Reggio. «Perché è solo così - spiega - che si riescono prevenire i problemi e si può migliorare la vita della città».
Prostituzione, microcriminalità, bivacco in strada sono solo alcuni dei problemi segnalati dai cittadini del quartiere della stazione e di Ospizio. Se dovesse vincere le elezioni, cosa farà per loro? «Noi intendiamo riorganizzare la polizia municipale, in modo da aumentarne la presenza sul territorio. C’è bisogno di un’azione decisa e rigorosa per combattere tutti i fenomeni di microcriminalità. Tra l’altro pensiamo che si debbano fare patti chiari con il ministero dell’Interno, in modo da poter richiedere interventi specifici per contrastare fenomeni come quelli della prostituzione e dello spaccio. Sappiamo che di risorse ce ne sono poche, ma ci basteranno. Attraverso la riorganizzazione che abbiamo in mente potremo avvicinare i nuclei di polizia alla varie frazioni, creando presidi attivi sul territorio. Servirà soprattutto per risanare le aree più degradate».
Per aumentare la sicurezza in città, quindi, non puntereste su più controlli ma su controlli meglio distribuiti… «Proprio così. E poi per risolvere il problema della sicurezza occorre agire con ordinanze specifiche e con la verifica puntuale delle segnalazioni effettuate dai cittadini. Troppo spesso, infatti, le loro denunce cadono nel vuoto. Bisogna compiere azioni specifiche che possano arginare la presenza dell’illegalità sul territorio: controllare la regolarità di chi occupa determinati immobili ed appartamenti, per esempio. La cosa fondamentale, secondo noi, è che la volontà politica dell’amministrazione comunale sia chiara e precisa: il Comune detta le linee guida e le forze dell’ordine le applicano».
Nei quartieri della stazione, di Ospizio, della Rosta e di Masone i cittadini hanno dichiarato che la convivenza con gli extracomunitari è sempre più difficoltosa… «Noi pensiamo che l’amministrazione comunale possa agevolare il rispetto delle regole e quindi la convivenza civile. Ma per farlo occorrono patti chiari con le varie comunità di stranieri: troppo spesso, nella nostra città, la cultura dei diritti risulta più forte della cultura dei doveri, e questo non è giusto. Noi crediamo che l’amministrazione debba mettere bene in chiaro i doveri, e poi debba controllare con rigore i parchi, i negozi di kebab, i call center e tutti quei centri di aggregazione che possono diventare luoghi a rischio e che, inoltre, scatenano giudizi negativi nell’opinione pubblica. Con un buon regolamento, invece, questi luoghi potrebbero essere sanati e potrebbero venire apprezzati dall’intera cittadinanza. Per ottenere questo risultato, tuttavia, è necessario coinvolgere anche le comunità straniere».
Cambiamo argomento: molti cittadini sono stanchi dell’attuale sistema della raccolta differenziata porta a porta. «Noi pensiamo che la raccolta differenziata debba essere portata a compimento. Va bene sensibilizzare le persone per aumentare la loro attenzione verso l’ambiente, ma è anche giusto premiare i cittadini per lo sforzo che compiono ogni giorno. Noi pensiamo che questo si possa fare adottando una tariffa puntuale dei rifiuti, una tassa, cioè, che corrisponde effettivamente alla quantità di rifiuti prodotta. Inoltre pensiamo sia venuto il momento di dividere la fase della raccolta rifiuti da quella dello smaltimento. Gli utenti, a Reggio sono aumentati del 35%, ora è necessario che queste due funzioni, entrambe in capo a Iren, vengano assegnate a due soggetti distinti».
Tocchiamo un tema capitale di Reggio: la manutenzione delle strade. Non c’è quartiere che non si lamenti per buche nell’asfalto o marciapiedi rovinati. Che fare? «Uno dei punti principali del nostro programma riguarda proprio il prendersi cura della nostra città: abbiamo strade dissestate, scuole fatiscenti, aree verdi che sono diventate giungle urbane. Il compito dell’amministrazione è quello di programmare piani di manutenzione ordinaria, e non correre ai ripari ogni volta che capita un’emergenza. Anche perché, va detto, gli interventi straordinari sono sempre più dispendiosi di quelli programmati, e gravano enormemente sulle casse del Comune. La nostra idea è quella di smobilizzare una parte di azioni fuori dal patto di sindacato di Iren e destinare i 20 milioni di euro ricavati per la manutenzione delle strade, delle aree verdi e per la ristrutturazione delle scuole. Dopo questa azione proseguiremmo, poi, con un piano di manutenzione ordinaria. È naturale che in questo momento di crisi, in cui le entrate del Comune subiscono continui cali, sarebbe necessario affidarsi anche al volontariato dei cittadini. I parchi, le piazze e le varie aree della città potrebbero, per esempio, essere affidate ad associazioni culturali e diventare le sedi delle loro attività».
Come affronterebbe, invece, il discorso della viabilità? Tra i passaggi a livello che bloccano per ore la città, la bretella di Rivalta e il progetto, mai realizzato, della via Emilia Bis c’è solo l’imbarazzo della scelta. «Noi pensiamo che, a Reggio, tutto il sistema della mobilità debba essere ripensato. L’attuale piano urbano della mobilità, infatti, è inutile e inefficace. Il traffico continua a essere tantissimo e a creare problemi non solo logistici ma anche di salute. In certe fasce orarie spostarsi in città è davvero impossibile, e non tutti i cittadini possono usare la bicicletta per raggiungere il posto di lavoro. Noi vogliamo rivedere il piano della mobilità ed eliminare tutte quelle barriere e blocchi che abbiamo in città: primi tra tutti i passaggi a livello, che sono veri colli di bottiglia per la circolazione. Inoltre siamo contrari ai blocchi del traffico, per noi inutili, siamo per fermare il restringimento delle carreggiate e la realizzazione dei dossi fuori misura, come quelli appena costruiti a Canali. Siamo invece per curare i marciapiedi, le piste ciclabili, i cordoli e la segnaletica stradale. Siamo per riqualificare i viali della circonvallazione, diventati una vera barriera tra centro storico e quartieri. Vogliamo potenziare via Inghilterra e collegare la tangenziale nord con quella sud. La bretella di Rivalta, secondo noi, non risolverà assolutamente i problemi per cui è stata pensata: l’unica soluzione auspicabile è quella di collegare la tangenziale di Canali alla variante di Puianello. Siamo anche favorevoli alla realizzazione della via Emilia bis, ma previa verifica della congruità della variante a sud di Bagno».
Per realizzare tutto quello di cui ha parlato ci vorrebbero molte risorse. Dove pensa di poterle trovare? «Il problema non è tanto nelle risorse, ma nelle priorità. Il Comune, in questo momento, ha 141 milioni di euro di entrate: si tratta solo di decidere dove è prioritario investirle. Mobilità e viabilità, per noi, sono le priorità: il traffico limita la vita delle persone, le costringe a spendere tanto per muoversi e soprattutto a perdere molto tempo. Senza considerare che questa nostra viabilità danneggia anche le attività commerciali».
Tanti cittadini chiedono di rivitalizzare i quartieri. Come si potrebbe soddisfare la loro richiesta? «Noi riteniamo che le frazioni debbano tornare a essere luoghi da vivere e non solo dormitori, quindi luoghi di sana aggregazione per giovani, anziani e famiglie. Per riuscire a ottenere tutto ciò è necessario rivedere la politica urbanistica: è necessario rispondere alle varie esigenze sociali, culturali e commerciali delle singole zone. Lo stesso discorso vale per il centro storico: occorre creare occasioni culturali, oltre che commerciali, per fare sì che i cittadini abbiano il piacere di tornare in città. Investire nella rivitalizzazione dei quartieri, inoltre, è anche un modo per arginare la microcriminalità e prevenirla».