Due giganteschi castagni nella val d’Ozola
Ligonchio: gli alberi secolari, dal diametro di dodici metri, scoperti dal comitato scientifico del Cai
LIGONCHIO. Giganteschi castagni secolari, dalla circonferenza di oltre dodici metri. Si trovano nei boschi della val d’Ozola vicino a Piolo, scoperti nei giorni scorsi da alcuni componenti del comitato scientifico del Cai reggiano. Il gruppo si è imbattuto per caso in alcune piante enormi mentre era impegnato in una ricognizione geoculturale vicino a Piolo. I castagni sono integri e non intaccati dalle malattie che negli ultimi anni hanno provocato gravi danni agli alberi di castagna, forse perché si trovano in una zona isolata, molto difficile da raggiungere anche per escursionisti esperti.
Solo qualche anziano della zona, probabilmente, sapeva della loro esistenza. «Gli esemplari si innalzano improvvisi nel folto bosco che ammanta un ripido versante arenaceo e si presentano inaspettatamente in buono stato vegetativo», spiegano dal comitato scientifico del Cai. Le dimensioni sono impressionanti: «Il più imponente ha una circonferenza che si avvicina ai 12 metri e può essere annoverato tra i più grandi della montagna emiliana».
Si tratta di piante con alcuni di secoli di vita, cresciute in un’area sperduta: «La località è di difficile accesso e solo escursionisti esperti la possono raggiungere in sicurezza. La scoperta di questi giganteschi castagni tuttavia attesta come anticamente la coltivazione del castagno fosse diffusa anche nei luoghi più impervi della nostra montagna, ove gli esemplari erano attentamente accuditi dalle popolazioni appenniniche».
Non si tratta degli unici esemplari di questa grandezza nell’Appennino reggiano. Altri castagni pluricentenari si trovano a Spigone, nella valle del Tassaro a Vetto, e in passato piante di dimensioni simili, poi abbattute, erano a Marola di Carpineti e a Costabona di Villa Minozzo. Un’antica tradizione vuole che sia stata la contessa Matilde di Canossa a impiantare i castagni in zona.
Vera o no, questa credenza è ancora diffusa, come alcuni anziani di Piolo hanno raccontato, anche se i castagni trovati a Piolo risalgono a secoli successivi, e non al basso Medioevo. Ora gli studi proseguiranno: in autunno il Cai raccoglierà alcuni frutti dai castagni in questione, per portarli a istituti di ricerca e conservazione del patrimonio boschivo. Verranno poi organizzate altre esplorazioni in val d’Ozola, per approfondire l’analisi del territorio. (adr.ar.)