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Scuola e tpl, i candidati non convincono

Scuola e tpl, i candidati non convincono

Confronto pubblico ieri al Catomes Tot a cura dell’associazione di studenti Novarés: critiche e promesse sul servizio di Seta

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«Sembrano tutti dello stesso partito». Così ha sintetizzato uno dei pensionati che quotidianamente frequenta il “Catomes Tot”, il confronto tra i candidati sindaci sui temi della scuola e delle politiche giovanili organizzata al centro sociali di piazzale Fiume dall’associazione studentesca Novarés. Una sintesi un po’ impietosa e solo in parte vera, perché alla fine dopo tre ore e passa di un botta e risposta, a tratti anche animato, che è andato in scena ieri, una qualche differenza è emersa.

Davanti ad una platea di una cinquantina di persone, compresa una trentina di giovani e ragazze che hanno accolto l’invito di Novarés, erano presenti quasi tutti i candidati sindaci. A partire da Ernesto D’Andrea e da Antonio Casella, Gianluca Vinci, Donatella Prampolini, Francesco Fantuzzi, Luca Vecchi e Norberto Vaccari, mentre era assente la sola Cinzia Rubertelli (candidata per Progetto Reggio e Grande Reggio), sostituita all’ultimo istante dallo studente universitario Daniele Rossi.

La prima differenza tra i candidati chiamati a dire la loro sul tema dei costi della scuola, della difficoltà per le famiglie di far studiare i figli e del costo del trasporto pubblico locale, è stata quella tra chi sosteneva che il Comune debba farsi carico di tutta una serie di costi e chi invece sottolineava che con le risorse a disposizione occorre graduare gli interventi, in base al reddito. Ma è stato soprattutto sul funzionamento del trasporto pubblico e del servizio offerto da Seta – che tutti hanno criticato e si sono impegnati a rivedere – che in alcuni candidati è stata forte la tentazione di dire di sì a tutte le richieste, sostenendo che è tutto da rifare. Partendo dai tram per arrivare alla mobilità, alla viabilità, e all’urbanistica, come hanno fatto i candidati delle liste civiche e del Movimento 5 Stelle.

Gianluca Vinci, Donatella Prampolini e Luca Vecchi, invece, pur con differenti analisi e ricette – ma uniti dalla convinzione di dover contrastare e colpire chi viaggia senza biglietto e di rivedere l’attuale organizzazione – hanno ricordato che i costi del servizio non consentono di rivedere le tariffe in vigore. Il costo del servizio oggi è garantito per il 75% da fondi nazionali e regionali, mentre il 25% è coperto dal costo dei biglietti e degli abbonamenti e, a meno di decidere di scaricare sulla fiscalità generale il costo del trasporto pubblico locale reggiano (che è di circa 10 milioni di euro l’anno), la coperta resta corta. La strada di rendere gratuito il servizio è quella che è intenzionato a percorrere Norberto Vaccari (M5S) che ha ipotizzato di recuperare i 2.5 milioni di euro di costo a carico del Comune, con un aumento di pari importo dell’addizionale Irpef.

Fin qui le differenze tra i candidati, perché quando si è parlato di politiche giovanili le posizioni si sono ulteriormente annacquate, tanto che dalla platea alcuni insegnanti sono intervenuti per accusare tutti i candidati di non aver saputo spiegare la loro visione di insieme della città. A quel punto le diversità sono riemerse d’incanto e ogni candidato ha introdotto i temi a lui più cari: dal No al ParkVittoria alla scarsa integrazione verso gli stranieri, all’elenco di quelle che invece sono le eccellenze di Reggio.

Forse era un po’ troppo tardi. Perché nel frattempo una parte della trentina di giovani seduti in platea se ne era già andata. Quasi a dar ragione all’altro pensionato che, dopo oltre tre ore di confronto, infilando la porta ha borbottato: «Per dire le stesse cose, sette candidati sono anche troppi».

Roberto Fontanili