Semi-infermità mentale per Ghibla
Campegine: lo dice la perizia del tribunale sul duplice omicida, ma sono stati chiesti nuovi test clinici sul 72enne
CAMPEGINE. Quando ha commesso il duplice omicidio Alessandro Rizzi era in «uno stato di mente capace di scemare grandemente la sua campacità di intendere e di volere».
Semi-infermità, dunque. E’ questo il risultato della perizia psichiatrica voluta dal tribunale ed effettuata dagli psichiatri Giuseppe Sartori (Università di Padova) e Pietro Pietroni (Università di Pisa) sull’uomo che il 15 giugno del 2012 per due volte impugnò la pistola: prima per uccidere la badante russa Alena Tyutyunnikova, 43 anni e Fabio Artoni, 44 anni.
Ieri mattina, davanti al giudice Antonella Pini Bentiviglio, è andata in scena l’udienza del processo con rito abbreviato che vede l’imputato accusato di duplice omicidio premeditato.
I tempi stringono. Sui ritmi processuali pesa la spada di Damocle della scadenza dei termini della custodia cautelare: se non si arriva a una sentenza entro la fine di dicembre, si rischia la scarcerazione del 72enne, attualmente nel carcere di Parma, ricoverato, perché malato gravemente.
I periti ieri hanno illustrato la loro perizia, incalzati a più riprese dalle domande del pubblico ministro Maria Rita Pantani.
Nella perizia si parla di una patologia che affliggerebbe il Ghibla (il nomignolo con cui tutti lo conoscono in paese). Una patologia “paranoide” che gli farebbe vedere la realtà distorta, diversa. Secondo i periti, il processo decisionale di Rizzi sarebbe stato alterato anche nell’interpretazione dei gesti altrui. Come uno sguardo. E così si spiegherebbe la follia omicida nei confronti di Artoni. A cui forse soltanto un’occhiata al Ghibla è costata la morte.
Per il giudice, però, la perizia va approfondita. I due studiosi torneranno in aula il prossimo 2 dicembre. Dopo aver sottoposto Rizzi a nuovi accertamenti clinici.
La questione è: era o non era in grado di pianificare un duplice omicidio? La sua patologia ha avuto un ruolo in questa pianificazione?
La risposta è cruciale, dirimente dal momento che ad Alessandro Rizzi viene contestata anche la premeditazione.
Nella prossima udienza, ci saranno anche i consulenti delle parti.
Rizzi è difeso dall’avvocato Emilio Stagnini. Sono nove le parti civili che si sono costituite, in rappresentanza dei familiari delle due vittime e rappresentate dagli avvocati Federico De Belvis, Vera Sala, Paolo Baracchino e Sergio Schoeyflin.
Rizzi non verrà sentito al processo. E il 2 dicembre si potrebbe arrivare alla sentenza di primo grado, per il duplice delitto che sconvolse Campegine e tutta la provincia.
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