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Un ritratto inedito di Ferrante Gonzaga rispunta dal ’500

Tiziano Soresina
Un ritratto inedito di Ferrante Gonzaga rispunta dal ’500

Guastalla. L’ha scovato lo storico dell’arte Bertelli in una collezione. Il sigillo nel retro dell’opera rivela la provenienza veneziana

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GUASTALLA. Una piccola tavola ad olio che riaffiora dal Rinascimento. L’ha scoperta a Mantova – all’interno di una collezione privata – lo storico dell’arte Paolo Bertelli e chi è raffigurato nell’opera è Ferrante I Gonzaga, cioè il discendente della dinastia mantovana che pose le basi, a partire dal 1539, affinché Guastalla si elevasse al rango di piccolo stato.

Il signore di Guastalla – che si guadagnò gran fama nel ’500 come condottiero al servizio dell’imperatore spagnolo Carlo V – è ritratto in età non più giovanile (morì il 16 novembre 1557 per le conseguenze di una caduta da cavallo) e viene immortalato sia con l’armatura tipica dell’indomabile guerriero, sia con l’onorificenza di cavaliere del Toson d’oro concessagli per la fedeltà dimostrata all’Impero.

Un quadro dalle vicende non ancora del tutto decifrate, ma che nel retro porta una “traccia” risultata fondamentale per le ricerche di Bertelli: «Una buona fortuna ha voluto – spiega nel libro pubblicato di recente per il Rio Arte di Mantova – che si conservasse anche, nella parte inferiore, un sigillo di ceralacca che, ad alto ingrandimento, ha mostrato una Madonna reggente il Bambino e colta in atto di donare dei rosari con le proprie mani. In esergo una scritta allude all’ente di riferimento. Non senza fatica – rimarca lo studioso – è stato possibile ricollegare questo segno di proprietà alla Scuola della Beata Vergine del Rosario di Venezia, che sorgeva alle spalle della basilica di San Marco e che si costituì in chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Edificio di culto oggi soppresso e demolito, ma che un tempo dovette ospitare, negli spazi dedicati alla Confraternita, un intero ciclo di dipinti. Una sorta di serie gioviana con i ritratti dei personaggi illustri dell’epoca».

Ed è seguendo questa pista che lo storico dell’arte riesce ad inquadrare altre tavole della raccolta veneziana: un ritratto di Giulia Gonzaga (ultimogenita di Ludovico Gonzaga, signore di Gazzuolo) transitato sul mercato antiquario londinese, per non parlare dei 40 dipinti conservati nella Walker Art Gallery di Liverpool (fra cui il ritratto di Isabella d’Este, madre di Ferrante I), ma anche un quadro collocato nella collezione Crespi di Milano, altri ritrattini al Museo Correr di Venezia, infine altre tavole in mano a privati e al Museo di Ravenna.

Ma chi dipinse queste opere? Nel retro della tavola raffigurante il signore di Guastalla spicca «una scritta antica che riconduce la paternità dell’opera al pittore veronese Tullio India, che mostra – sottolinea Bertelli – perlomeno qualche attrito fra la collocazione cronologica suggerita (inizi XVI secolo) e quella indicata dall’effigie del personaggio).

Perplessità sull’esecutore del ritratto che porta il ricercatore ad un’ipotesi complessiva sulle tre opere di matrice gonzaghesca, dalle medesime connotazioni pittoriche: «Evidentemente erano realizzate da un artista attivo sul territorio virgiliano, purtroppo non meglio definibile».

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