Gazzetta di Reggio

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«Gravi errori dei medici e non li perdono»

di Tiziano Soresina
«Gravi errori dei medici e non li perdono»

Gualtieri, lo sfogo della mamma di Anita dopo la sentenza: «Data dignità alla morte di mia figlia»

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GUALTIERI. Anna Macaluso è la mamma della piccola Anita morta a 5 mesi il 20 settembre 2008: da giovedì pomeriggio una sentenza dice che i gravi problemi cerebrali della bimba erano legati a quanto accadde nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Maria Nuova...

«E’ stata una battaglia legale faticosa, lunga 5 anni, e ho accolto con gioia il verdetto che ha dato dignità alla morte di Anita. Era una bimba sana, come dimostrano i controlli fatti durante la gravidanza e non rientrava, come ha sostenuto il primario Giovanni Battista La Sala, nella percentuale di bambini che muoiono in maniera naturale. L’ho sempre saputo: c’erano delle gravissime responsabilità dei sanitari».

Quattro gli imputati: due assolti e due condannati. Partiamo da quest’ultimi, dall’ostetrica Maria Chiara Faccia. Cosa si sente di dire?

«Ha commesso degli errori quella notte, ma sul piano umano ha avuto rispetto del mio dolore. Dopo la nascita di Anita mi aveva consegnato una lettera piena di cose carine, che avrebbe pregato per la mia bimba, quasi mi chiedesse scusa. E ha partecipato alle udienze, si è esposta. Gli altri? Nessun medico mi ha mai spiegato cos’era successo, nè in ospedale, nè in tribunale».

Anche la ginecologa Francesca Iannotti è stata condannata...

«Sempre quella notte, al suo arrivo alle 3.15 quando le cose già non andavano bene, mi ero tranquillizzata. Invece la ginecologa ha avuto come un atteggiamento di sfida nei miei confronti e non mi ascoltava quando le dicevo che il display parlava chiaro, con un battito cardiaco a 60 la bimba stava morendo. Un incubo».

L’anestesista Barbara Clima è stata invece assolta. S’è discusso molto di quei tentativi legati all’anestesia epidurale: cosa ricorda?

«E’ stato tutto surreale. Ero dilatata di 8 centimetri e in quelle condizioni facevo fatica a rilassarmi. Eppure l’anestesista si era ostinata a voler infilare quell’ago. I periti nominati dal giudice hanno spiegato che la situazione era drammatica, che si doveva subito puntare sull’anestesia generale».

E il chirurgo Gino Ciarlini?

«Che ci fosse in sala operatoria per il taglio cesareo l’ho saputo solo dopo».

Durante il processo l’ho vista piangere molte volte...

«E continuo a piangere, perché Anita aveva il diritto di vivere. E quanto m’è accaduto ha rovinato anche la mia vita: non ho più voluto aver un figlio, a livello psicologico ho troppa paura che una tragedia simile possa ripetersi».

Il pm Maria Rita Pantani ha parlato, senza mezzi termini, di caso di malasanità...

«La dottoressa è stata perfetta, è stata la mia voce, avrei voluto baciarla a fine-processo. Speravo poi che la storia di Anita potesse servire per evitare tragedie simili al Santa Maria, invece...».

L’attende, prima o poi, l’Appello: un nuovo incubo?

«Voglio giustizia e non mi spaventa questa nuova prova, lo devo a mia figlia, che era bella e dolce. E c’è anche un aspetto positivo, perché la storia di Anita è rimasta nel cuore di tanti: da quando è stata emessa la sentenza sono stata sommersa da manifestazioni di solidarietà, fra sms, mail, messaggi via Facebook. Tutto ciò mi dà gioia e grande forza».

Sono trascorsi 5 anni: ha mai pensato al perdono?

«Sono credente, ma penso che farò fatica a perdonare quelle persone per quello che hanno fatto ad Anita e a me».