«Quell’incendio poteva fare una strage»
Il papà della ragazza rimasta ustionata (che oggi verrà operata a Parma) pensa a moglie e figli rimasti intrappolati nella casa in fiamme alla Noce di Albinea
ALBINEA
E’ stata trasferita all’ospedale Maggiore di Parma, dove si trova ricoverata nel Centro Grandi ustionati, la 17enne Sara Olivo, la studentessa del Galvani-Moro rimasta ferita nel rogo avvenuto lunedì pomeriggio nella sua abitazione di via San Giacomo, alla Noce.
La ragazza, che ha provocato inavvertitamente l’incendio mentre cercava di accendere il fuoco nel camino, ha riportato ustioni sul venti per cento del corpo, con lesioni di terzo grado al viso, a una mano e a una gamba, giudicate guaribili in trenta giorni dagli specialisti del reparto dell’ospedale di Parma.
«Domani (oggi per chi legge, ndr) verrà sottoposta a un primo intervento chirurgico: le toglieranno dei tessuti e ricominceranno a ricostruirle la fronte. Poi penseranno alla mano e alla gamba, mentre per le ustioni più lievi utilizzeranno una nuova tecnica», raccontava ieri il padre, Salvatore Olivo, che non si dà pace e continua a pensare a quello che sarebbe potuto accadere a Sara, agli altri tre figli (due femmine e un maschio) e alla moglie se non fossero riusciti a mettersi in salvo.
«Sara è una ragazza forte e, in questo momento, è lei a farci coraggio e ha già cominciato a dirmi che devo subito mettere a posto la casa, di non fermarmi – aggiunge Salvatore Olivo – E’ ovvio, però, che in questo momento la nostra unica preoccupazione sono le sue condizioni di salute. Anche perché una casa dove stare, per fortuna, ce l’abbiamo: ho un appartamento in via Tonale, a Reggio, dove ci siamo trasferiti subito dopo che i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile la casa di Albinea».
I danni sono ingenti e la beffa è che la famiglia Olivo si era trasferita soltanto nove mesi fa nella casa rurale di via San Giacomo e ha lavorato fino a sabato scorso per sistemarla: «Erano venuti i pittori sabato e domenica sera alle 21 avevo piantato l’ultimo chiodo – continua – Ora è tutto da rifare ma, ripeto, non appena Sara sarà guarita e starà bene, ricomincerò tutto da capo, la farò ancora più bella e riporterò la mia famiglia».
Per ora, però, continua a rivivere quei momenti drammatici attraverso i racconti della moglie e dei figli, visto che il padre-famiglia si trovava al lavoro nel momento in cui è divampato l’incendio: «Quando è arrivata la fiammata – spiega Olivo – Sara aveva la diavolina in mano che si è subito incendiata. L’ha buttata a terra ma le fiamme avevano già intaccato la maglia. “Ovunque andasse accendeva fuoco”, mi hanno detto mia moglie e gli altri figli che, per fortuna, non erano tutti lì in quel momento e sono riusciti a uscire illesi dalla casa, riversandosi in cortile».
Diversamente da quanto raccontato dallo stesso Olivo lunedì sera, i ragazzini non sono stati messi in salvo dal vicino di casa, l’egiziano Nabil Badawi, «ma lui è stato ugualmente grande e non io posso far altro che ringraziarlo con tutto il cuore. E’ stato il primo a intervenire, si è adoperato affinché nessuno rimanesse intrappolato in quell’inferno, ha impedito a mio figlio Francesco (11 anni, ndr) di tornare in casa per cercare il cagnolino, evitandogli di mettersi in guai seri. Ha provato lui stesso a entrare in casa per salvare il nostro cane (per fortuna trovato sano e salvo dai vigili del fuoco nella vasca da bagno, ndr), sfondando la porta a calci, ma vedendo che sarebbe stato troppo rischioso è poi salito su una scala e, dall’esterno, ha sfondato una finestra, per far uscire il fumo nell’attesa che arrivassero sul posto i vigili del fuoco».
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