Il vicino: «Non mi sento un eroe»
Il 56enne Nabil Badawi: «Chiunque al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa»
ALBINEA. Non si sente un eroe, come invece lo ha definito Salvatore Olivo, il 56enne egiziano Nabil Badawi, il vicino di casa che è intervenuto per primo dopo che è divampato il rogo nella casa di via San Giacomo: «Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque – commenta l’autotrasportatore, a Reggio da 32 anni e molto conosciuto in città per aver lavorato 10 anni come istruttore di body building alla palestra Mister Club di via Turri e 11 come buttafuori alla discoteca Marabù – Quando sono arrivato a casa, alle 17.30, ho sentito delle grida. Sono corso verso di loro, visto che il mio bagno confina con la loro cucina, e ho visto il fuoco. Li ho raggiunti davanti alla porta e ho visto che stavano uscendo tutti, con la ragazza che era un po’ ustionata».
Proprio in quel momento Francesco Olivo, 11 anni, urlava disperato, perché il cane, un piccolo chihuahua, era rimasto in casa. «Sono tornato su con lui, ho sfondato la porta ma era tutto pieno di fumo: gli ho detto, Francesco se entriamo non usciamo più ma stai tranquillo, i cani sono intelligenti, vedrai che troverà il modo di salvarsi. Poi sono uscito, ho preso una scala e ho sfondato il vetro della cucina, per far uscire il fumo. Nel frattempo è arrivato Salvatore, mi ha portato la gomma dell’acqua ma non si poteva fare nulla e abbiamo aspettato i pompieri».
Ora è pronto a dare una mano agli Olivo: «Chiamerò Salvatore, per chiedergli se ha bisogno di qualcosa. Sono pronto ad aiutarlo, tra vicini di casa si cerca di fare quello che si può, perché sono brave persone ».
Nabil, padre di una figlia («è tutta la mia vita»), vive solo in via San Giacomo, dopo la separazione dalla moglie: volto conosciutissimo in città, da qualche anno lavora come conducente di camion: «Ero in possesso di tutte le patenti e, quando è stato chiuso il Marabù, ho trovato lavoro come camionista. Gli undici anni di lavoro in discoteca hanno rappresentato un periodo bellissimo della mia vita: mi trovavo bene a lavorare in mezzo alla gente e mi ha lasciato una marea di amici e mi fa piacere quando ne ritrovo qualcuno».
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DELL’INTERVISTA A NABIL
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