“Luca non ha mai chiesto perdono”
Parla la mamma di Jessica, la ragazzina uccisa dall’ex fidanzatoche dopo 16 anni è ormai libero
REGGIO
«Non ci ha mai chiesto perdono l’assassino della mia povera Jessica e ora ha anche il coraggio di parlare e di chiedere di dimenticarlo?». Fa uno sforzo e lo dice tutto d’un fiato Giuliana Reggio, la mamma di Jessica Filianti, la 17enne massacrata con 43 coltellate il 14 marzo 1996. Finora dopo il processo non era mai intervenuta, ma l’intervista all’assassino della figlia pubblicata ieri dalla Gazzetta le ha fatto fare questo ulteriore sforzo.
«Trovo che sia stato di cattivo gusto - continua la madre - e non voglio spingermi oltre, da parte di Ferrari intervenire su questo tema dopo l’uscita dal carcere. Dopo l’assassinio né lui né i suoi familiari in tutti questi anni hanno mai tentato di contattarmi e di propormi un perdono che in ogni caso non ci sarebbe stato. Lui ha distrutto la vita di mia figlia e anche quella di noi genitori. Perché non tace? Per noi è impossibile dimenticare, io ho mantenuto intatta la cameretta da letto di mia figlia e ancora oggi le ex compagne di Jessica vengono nel bar che gestisco a trovarmi».
La dignità di Giuliana è impressionante. E’ anche evidente nei modi di fare e nelle parole scelte per esprimere le sue emozioni, tanto che non si lascia andare a nessuna offesa verso l’ex fidanzato della figlia che straziò il corpo della ragazza con una lunga lama. Ma le parole sono durissime: «L’oblio che Ferrari chiede per sè - continua la donna - è improponibile perché al limite dovrei essere io a perdonarlo. E poi non ho capito cosa intende quando nell’intervista dice che su di lui sono state dette falsità. Quali? Io in ogni caso sapevo che ormai era un uomo libero, ma non mi sono mai permessa di intervenire. Ora lui vorrebbe tornare alla normalità, ma la famiglia di Jessica non può tornarci alla normalità. E dire che erano fidanzati da appena cinque mesi perché mia figlia lo conobbe in quanto giocava a calcetto con l’altro mio figlio Fabiano».
A difendere la madre di Jessica è l’avvocato Alessandro Conti che solleva un’altra parte della vicenda processuale che portò Luca Ferrari prima ad essere condannato all’ergastolo e poi in appello a 23 anni.
«Ferrari dice - spiega l’avvocato - dice di aver pagato quello che doveva. Ma non è vero. Il processo penale si è chiuso, ma è rimasto quello civile nel quale è stato condannato a risarcire circa 700mila euro, 467mila oltre agli interessi. Ferrari risulta essere nullatenente e potremmo iniziare a chiedere il pignoramento di un quinto dello stipendio. Paradossalmente dunque Ferrari non può dire di avere pagato. Però la questione vera è che secondo la mia cliente non doveva utilizzare la parola “dimenticatemi”, ma doveva dire “perdonatemi”. Per riottenere una specie di ritorno a una normalità che comunque mai potrà essere tale Ferrari doveva tentare di contattare la famiglia».
Ferrari, oggi 36enne, dopo essere uscito dal carcere di Parma dove ha scontato la pena, vive con la compagna in un piccolo centro del Parmense distante pochi chilometri dal capoluogo. Qui svolgerebbe la professione di informatico. Ieri nell’intervista Ferrari spiegava di «volersi rifare una vita, di ritrovare la normalità. Per questo ho trovato un lavoro e cerco di stare in pace». La normalità evocata dall’ex fidanzato di Jessica è però vista quasi come una offesa dai familiari della vittima.
«Mi fermo qui - conclude la signora Reggio - ma sarà impossibile attenuare questo dolore. Quello che Ferrari chiede per sé, per noi sarà impossile perché il dolore per la morte di una figlia non può finire».
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