Gazzetta di Reggio

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DOCUMENTI/L'ELENCO COMPLETO DEI NOMI

Stragi del dopoguerraEcco i nomi dei morti del Cavon

Tiziano Soresina
Stragi del dopoguerraEcco i nomi dei morti del Cavon

Per la prima volta dopo più di 63 anni è possibile conoscere i nomi delle 32 persone trucidate a Campagnola nell'immediato dopoguerra reggiano nell'ambito del "regolamento dei conti" scatenatosi subito dopo la Liberazione. Quelle persone, vittime di una esecuzione di massa che sarebbe stata operata dal comando partigiano di Campagnola, furono poi gettate nel cosidetto Cavòn e i loro resti sono venuti per la prima volta alla luce nel 1991. Solo nove di loro, però, avevano un nome. Ora le altre identificazioni, che riaprono per altre 23 famiglie la speranza di dare una degna sepoltura ai loro congiunti scomparsi.

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CAMPAGNOLA. Ventitrè famiglie reggiane sperano di poter finalmente identificare - ad oltre 63 anni dalle esecuzioni di massa dell'immediato dopoguerra che sarebbero state operate dal comando partigiano di Campagnola fra il 28 e il 30 aprile 1945 - i resti dei propri cari.
Le non facili ricerche dei familiari dei «desaparecidos» - che hanno cercato documenti e raccolto preziose testimonianze - hanno portato a stilare un elenco di 32 scomparsi che potrebbero essere stati uccisi e poi sepolti in quella tristemente famosa cava d'argilla in disuso denominata «Cavòn».
La speranza delle famiglie sta nel test del Dna sui dieci scheletri ancora da identificare e che furono rinvenuti nel 1991 al «Cavòn» in una fossa comune contenente 19 cadaveri.
A nove di quei resti umani fu dato un nome (il 14 marzo 1992 si tenne la cerimonia funebre a Campagnola), ora le nuove metodologie investigative possono dare un'identità anche agli altri dieci scheletri.
Ne è convinto il pm Maria Rita Pantani che ha disposto il dissequestro delle spoglie ancora ignote che erano state tumulate nel cimitero di Campagnola.
«Ma i conti torneranno davvero - spiega Giovanni Cavalli, nipote di uno scomparso e in stretto contatto con Umberto Righi di Campagnola che si sta battendo da anni per ritrovare le vittime di quei rastrellamenti - quando si troverà nella zona del Cavòn una seconda fossa dove vennero sepolte in fretta e furia altre persone. Sono stati raccolti elementi che comprovano l'esistenza di questa seconda fossa».
Fra le dieci spoglie - contenute in altrettante cassette già prelevate dall'ossario e trasferite all'Istituto di medicina legale di Modena - vi dovrebbe essere quelle di Maria Bocedi di Campagnola, uccisa a 27 anni dai partigiani e poi sepolta al «Cavòn»: nel 1991 vennero trovati degli oggetti nella fossa comune a lei riferibili, ma solo il test del Dna dirà quali sono le sue ossa.
Ma quanto tempo occorrerà per avere i primi risultati? Ai familiari che hanno già preso contatto con lo staff modenese del professor Giovanni Beduschi sono stati prospettati alcuni mesi per arrivare a tangibili conclusioni.
La procedura è infatti complessa, perché l'estrazione del Dna riguarderà sia le 10 salme ignote sia i parenti che ritengono che proprio un loro familiare sia stato ritrovato al «Cavòn» diciassette anni fa. «Mia madre ha spedito una lettera a diversi familiari delle ipotizzate vittime del Cavòn, ma non a tutti perché di alcuni mancano i riferimenti - conclude Giovanni Cavalli - in cui viene illustrata la procedura attivata dalla procura, specificando i costi previsti per l'identificazione tramite il test del Dna».