Ecco La Destra di Storace«Siamo l'alternativa ad An»
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Gli esponenti reggiani della Destra2 MINUTI DI LETTURA
Primi vagiti, in città, per il movimento politico La Destra. Nato per impulso di Francesco Storace, ex-ministro della Sanità nel governo Berlusconi ed ex presidente della regione Lazio, e del parlamentare Teodoro Buontempo con altri politici italiani che non contemplano più la svolta di Fiuggi compiuta da Fini, vedrà a novembre il suo primo congresso che lo trasformerà ufficialmente in partito.
La formazione, a livello nazionale, nasce con 35 fondatori di cui sette parlamentari.
Ieri, Paolo Casolari, coordinatore regionale del movimento, ha presentato il gruppo provinciale che coordinerà le attività del territorio e che vede in Davide Grandini, il portavoce provinciale, mentre Lidia Gandolfi, ex consigliere della I Circoscrizione di An che ha sposato il progetto della Destra sarà la portavoce comunale. Ad Angelo Giordano, il ruolo di responsabile dei giovani.
«Vogliamo intercettare i bisogni di chi non si riconosce più in Alleanza nazionale, il 70% di chi partecipa al movimento viene da quella storia, - spiega Casolari - ci richiamiamo alla destra sociale, identitaria e tradizionalista, mettendo davanti gli italiani».
«Ci collochiamo alla destra della Casa delle libertà ma rimaniamo al suo interno, riconoscendo in Berlusconi il leader, anche se non pensiamo a un eventuale partito unico della destra. Tra i partiti della destra radicale per ora abbiamo accordi con la Fiamma tricolore».
Il movimento vuole dare una decisa sterzata a destra rispetto ad Alleanza Nazionale puntando sui temi della sicurezza, scagliandosi contro «posizioni laiciste che trascurano aspetti come quelli della genetica» e intercettando chi è contrario a «un modello societario multiculturale - sottolinea Grandini - a favore di tradizione e identità, difendendo gli italiani».
Lidia Gandolfi parla invece «di riscrivere la storia» e «di un partito moderno che guarda al futuro». Sui temi caldi dell'integrazione e della multiculturalità, il partito guarda oltralpe, al modello Sarkozy. «Quella di Sarkozy è la sintesi giusta - spiega Casolari - perché non si possono concedere servizi agli stranieri quando mancano agli italiani e perché dobbiamo essere coscienti dei nostri valori e chi non li accetta può tornarsene a casa propria».
Maria Scardamaglia
La formazione, a livello nazionale, nasce con 35 fondatori di cui sette parlamentari.
Ieri, Paolo Casolari, coordinatore regionale del movimento, ha presentato il gruppo provinciale che coordinerà le attività del territorio e che vede in Davide Grandini, il portavoce provinciale, mentre Lidia Gandolfi, ex consigliere della I Circoscrizione di An che ha sposato il progetto della Destra sarà la portavoce comunale. Ad Angelo Giordano, il ruolo di responsabile dei giovani.
«Vogliamo intercettare i bisogni di chi non si riconosce più in Alleanza nazionale, il 70% di chi partecipa al movimento viene da quella storia, - spiega Casolari - ci richiamiamo alla destra sociale, identitaria e tradizionalista, mettendo davanti gli italiani».
«Ci collochiamo alla destra della Casa delle libertà ma rimaniamo al suo interno, riconoscendo in Berlusconi il leader, anche se non pensiamo a un eventuale partito unico della destra. Tra i partiti della destra radicale per ora abbiamo accordi con la Fiamma tricolore».
Il movimento vuole dare una decisa sterzata a destra rispetto ad Alleanza Nazionale puntando sui temi della sicurezza, scagliandosi contro «posizioni laiciste che trascurano aspetti come quelli della genetica» e intercettando chi è contrario a «un modello societario multiculturale - sottolinea Grandini - a favore di tradizione e identità, difendendo gli italiani».
Lidia Gandolfi parla invece «di riscrivere la storia» e «di un partito moderno che guarda al futuro». Sui temi caldi dell'integrazione e della multiculturalità, il partito guarda oltralpe, al modello Sarkozy. «Quella di Sarkozy è la sintesi giusta - spiega Casolari - perché non si possono concedere servizi agli stranieri quando mancano agli italiani e perché dobbiamo essere coscienti dei nostri valori e chi non li accetta può tornarsene a casa propria».
Maria Scardamaglia