Gazzetta di Reggio

Il lutto

Sassuolo piange il prof Mario Pelati

Alfonso Scibona
Sassuolo piange il prof Mario Pelati

Ex insegnante di inglese al liceo Formiggini, aveva 78 anni. Per anni è stato anche collaboratore sportivo per la Gazzetta. Oggi il funerale

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SASSUOLO. Il suo ultimo letto, nella sua casa di via Mazzini, attorniato da centinaia e centinaia di libri.

La famiglia del professor Mario Pelati, ex docente di inglese al liceo Formiggini, ex collaboratore sportivo della Gazzetta di Modena e scrittore di versi e racconti, morto giovedì pomeriggio, ha rispettato le sue volontà.

Chi era

Nato nel 1947 a Sassuolo, laureato in lingue straniere alla Bocconi di Milano, ha insegnato la lingua inglese al liceo Formiggini per decenni. Negli anni è diventato un esponente di spicco della cultura sassolese (anche di quella calcistica e punto di riferimento di centinaia di tifosi neroverdi).

Ha pubblicato con Incontri Editrice Sassuolo il volume “L'Aura non c'è”, ha tradotto in italiano e in dialetto testi di grandi poeti inglesi Shakespeare, Eliot, Dickinson, giusto per citarne alcuni. Alcune di queste traduzioni sono raccolte nelle antologie “Poesia della traduzione” (Sommetti editore) e “Poediant” (Il Fiorino). Ha curato il volume di scritti di Gian Paolo Biasin “Il canto delle sirene” (Incontri Editrice – Sassuolo). Lascia la moglie Paola Moreali (anch'essa in passato autrice di poesie), i figli Guido e Maria Grazia e tantissimi ex colleghi di scuola e sportivi neroverdi.

Il funerale si terrà questa mattina alle 9.30 nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, poi la salma, come da sue direttive, proseguirà per la cremazione.

L’omaggio

«Un uomo di straordinaria cultura – ha scritto in un messaggio di cordoglio il sindaco di Sassuolo Matteo Mesini – ma anche di conoscenza e gentilezza, un insegnante stimato, un giornalista attento ed un custode delle tradizioni della nostra città. Alla famiglia ed ai tanti amici che lascia vanno le più sentite condoglianze mie e della giunta a nome dell'intera città di Sassuolo».

Il suo carattere schivo, anche ai tempi nei quali era attivo sia come insegnante che come giornalista, lo hanno sempre tenuto ai margini della ribalta e anche negli ultimi tempi nei quali usciva di casa il “suo” posto di sosta e chiacchiere era su una delle due panchine all'entrata dello stadio Ricci, in via Mazzini. Se ne va in un momento nel quale l'attenzione di tanti sassolesi che vorrebbero essere presenti per l'ultimo saluto è verso un “ponte” che li vede lontani. Se ne va in contemporanea con un grande del nostro tempo, papa Francesco, coi due funerali in contemporanea. Se ne va un grande sassolese che ha avuto nella “misura” e nella “modestia” due virtù riconosciutegli da tutti.