Ferrara, caro caffè: «Dovrebbe costare 1,50 euro»
Trombini (Confesercenti) giustifica i prezzi della prima colazione al bar. Nell’analisi voce per voce spiccano 70 cent solamente per la manodopera
Ferrara Il costo della colazione si sta ormai avvicinando ai 3 euro, con una media della tazzina di caffè a 1,30 euro nei bar cittadini? «Guardi che il prezzo giusto per l’espresso al bancone sarebbe 1,50 euro, a causa dei rincari di questi anni: lo stiamo tenendo più basso perché si cerca di guadagnare su altro, ma praticamente facciamo una “patta”». Davide Trombini, che gestisce un esercizio pubblico all’interno del centro commerciale Il Castello, è presidente di categoria della Confesercenti, e dopo aver letto l’articolo della Nuova si è rimesso a fare i conti su colazione e dintorni, «perché i clienti devono avere un quadro completo di cosa costa agli esercenti servire la colazione, tra materie prime, manutenzione, ammortamenti, manodopera e tasse».
Si parte appunto dall’espresso: per farne uno, dal momento dell’ordine, «servono due minuti e mezzo di lavoro del dipendente: al costo medio di 17-20 euro all’ora, fanno 70 cent solo di manodopera». Di caffè ne servono 7 grammi, costo 19-20 cent, più altri 5 cent tra zucchero, cartine, latte, detergenti ecc: «E siamo già a 95 cent». Qui subentrano i costi fissi, con manutenzioni, insegne, ammortamenti, che fanno altri 5-6 cent. Bisogna anche considerare le sostituzioni, «il tempo di vita delle tazzine è di tre mesi, se ne rompono in continuazione, e quelle di media qualità costano 2,5-3 euro». A tutto questo bisogna infine aggiungere il 10% di Iva, ed ecco già “mangiato” l’intero introito, continua il conteggio di Trombini. «Può cambiare qualcosa se di caffè ne fai molti, sempre due alla volta, spalmando così il costo del personale, ma nella media non è possibile: basti vedere che negli autogrill l’espresso costa ormai 1,40 euro, e la pasta 2 euro, mentre alle macchinette, senza costi di manodopera, è su 80-90 cent».
Ecco, appunto, per fare la colazione bisogna aggiungere la pasta fresca, che agli esercenti senza laboratorio interno «costa in media 80-85 cent. Basta ne restino invendute un 10-15% e il margine se ne va. Le vendite di fine giornata? Poca roba, non si recupera nulla».
La situazione, lamenta il rappresentante degli esercenti, è peggiorata nell’ultimo anno, come testimoniato anche dai dati sull’inflazione a Ferrara: «Abbiamo appena firmato un nuovo contratto che da luglio impone 200 euro in più in busta paga. L’elettricità nell’ultimo anno è cresciuta del 10-12%, le materie prime mostrano una crescita di costi costante negli ultimi anni, siamo a +30-40%. Il caffè? Per problematiche mondiali ogni anno rincara ormai di un euro al chilogrammo».
La conclusione, dunque, è che i clienti non devono sentirsi presi per il collo, al rito mattutino del bancone, anzi: «Un bar di una città come Ferrara per rimanere in piedi non può far conto sulle colazioni, ma puntare magari sugli aperitivi» chiude Trombini, con un retrogusto amarognolo.
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